Il Mattino vota gli azzurri: si dedica ai miracoli Meret, Lobotka è devastante

La Juve non prendeva gol da 8 gare, ne incassa 5 in novanta minuti

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Le pagelle azzurre 

Factory della Comunicazione

6 Meret– Uscita a vuoto che stava per provocare il patatrac, poi salvataggio stellare sul tocco di Rrhamani proprio nel recupero del primo tempo. Poi spettatore attento.

 

7 Di Lorenzo – Ha gli avversari più semplici e Kostic capisce che l’aria che tira non è buona: se ne sta accucciato per timore di qualche sgarbo, poi dilaga nelle praterie.

 

7 Rrahmani – Un erroraccio di quelli da matita rossa che poteva costare caro e amaro al Napoli ma Di Maria prende la traversa. Va a segno su uno schema con un tiro meraviglioso.

 

6,5 Kim Min-Jae – Un professore del palleggio, detta tempi e modi di gioco. Milik tenuto a distanza. Poi si imballa sul gol di Di Maria. Dilaga nella ripresa quando la Juve va in tilt.

 

7 Mario Rui – Si sdoppia in un mostruoso lavoro di pendolo, mostra grinta su Chiesa e quando può dà pure un calcione a Di Maria per fargli capire che tipo è. Corre senza sosta.

 

7 Anguissa – Poco vigoroso all’inizio, ma in ogni caso un contributo accettabile. Locatelli e Rabiot a prendersi strane confidenze poi si tramuta nel vecchio dragone.

 

7,5 Lobotka – Piccole sbavature nel tenere la posizione in avvio, poi cresce, guadagna metri: sul gol di Di Maria resta quasi imbalsamato. Ripresa da mostro, devastante.

 

7 Zielinski – Più mediano che rifinitore, più tattica che tecnica, utile nel chiudere gli spazi, ma il piano era quello: McKennie sembra tutto fumo, in realtà è una continua minaccia.

 

8 Kvaratskhelia – Chiesa lascia libertà e il georgiano resuscita: bel gol. Poi prende botte ma stavolta non diventa insipido. Assist strepitoso e zigzagate degne di Alberto Tomba

 

8,5 Osimhen – Il gol di testa, l’assist dopo l’errore di Bremer: lui è un satanasso, pieno di energia e di entusiamo e non si prende mai un attimo di riposo. Annienta chiunque.

 

6,5 Politano – Attento, diligente: Alex Sandro se lo vede andar via più di una volta e Kostic lo vede scappare via per il cross dell’1-0. Deve lasciare il campo per una botta al polpaccio.

 

7,5 Elmas – Un razzo: non si perde mai d’animo pure quando perde qualche palla. Getta il cuore e Kostic non sa mai quale è la cosa giusta da fare. Gol che è una cometa.

 

6,5 Olivera – Non ha la falcata di Mario Rui, meno appariscente di sicuro, ma bada al sodo e poiché dal momento in chi scende in campo serve solo gestire, è l’uomo giusto al posto giusto.

 

SV Raspadori – Pochi istanti ma che gli servono per capire quando la gente lo ami: in ogni caso, tenta sempre il colpaccio, il carattere è di quelli che si sentono protagonisti anche se ora non lo sono.

 

SV Ndombele  – Era quello più in forma a centrocampo e quando entra mostra di avere il passo per essere anche titolare. Accetta la sfida ma la gara è già finita da tempo.

 

SV Lozano – Un cambio nei minuti di recupero giusto per far firmare il cartellino. È quello tornato peggio dal mondiale, non è un caso che out Politano, Spalletti preferisca Elmas

 

8,5 Spalletti – La Juve non prendeva gol da 8 gare, ne incassa 5 in novanta minuti. Sì, una ventina di minuti pure li lascia al nemico Max, ma poi per il resto fa quasi sempre quello che gli pare. Chiede dinamicità nel giro palla e la trova. Solo qualche amnesia in difesa, ma mai veri tradimenti. Prende e parte che è una bellezza. Non si fa impressionare quando vede Chiesa, Di Maria e Milik schierati assieme. Incarta Allegri senza pretattiche o chissà quali invenzioni: lo sfida e stravince il duello a campo aperto, stavolta non tradito da Kvara e da Zielinski. Decima vittoria di seguito in casa.

 

Fonte: Il Mattino

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