Pizzi: “Il destino è nelle mani del Napoli, ma anche un pareggio darebbe speranza alle altre”

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Fausto Pizzi, ex centrocampista di Napoli, Inter e Parma, ha parlato a Santo Catenaccio, podcast condotto da Alberto Caccia e Michelangelo Freda. Queste alcune sue dichiarazioni:

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“Come vedo la Serie A? I punti in palio sono davvero tanti, ma tutto dipenderà da Napoli-Juventus di venerdì. Se gli azzurri dovessero vincere questo scontro diretto per le altre a mio avviso si farà davvero dura, altrimenti una mancata non vittoria della squadra di Spalletti – aggiunta alla sconfitta con l’Inter di 10 giorni fa – potrebbe alimentare le speranze degli avversari. Il destino è nelle mani del Napoli, ovviamente tocchiamo qualche cornetto rosso.

“Il calcio del periodo in cui giocavo non esiste più, noi siamo stati più vicini alla gente. Il mio Parma si allenava all’interno di un parco nella città, i tifosi avevano modo di conoscerci e starci vicino. Oggi è impossibile vedere un allenamento o avere delle cene con i club, è un calcio con protagonisti distanti da gente e tifosi.
Ma di deve partire dalle fondamenta, da bambino ho iniziato a giocare nei cortili, oggi i genitori fanno fatica a trovare uno spazio per i loro figli. Al di là delle scuole calcio, prima c’erano prati dove affinare la propria tecnica.

Le mie emozioni più grandi da calciatore? Sono state tante. La Coppa Uefa vinta con l’Inter, con i neroazzurri che non vincevano da quasi 30 anni in Europa, è stata una gioia immensa. Ho indossato la 10 del Napoli dopo Maradona. Ma fra le gioie più grandi c’è anche il vincere giovanissimo al Vicenza il campionato di Serie C, dove fui grande protagonista e portato in trionfo al fischio finale dell’ultima giornata. Anche il campionato di Serie B vinto col Parma è stato emozionante.

Un ricordo di Vialli? Ricordo il duello scudetto del 1991 con la sua Sampdoria, perdemmo lo scontro diretto in casa e a 5 giornate dalla fine una gara balorda. Vialli in contropiede negli ultimi minuti chiuse quella gara sul 2-0. Il ricordo di Gianluca è quello che abbiamo tutti, per lo spessore della persona e non solo per quello che abbiamo visto in campo in tutte le squadre in cui ha militato. Si è mostrato una persona con valori altissimi e lascia un grande vuoto ed è una grossa perdita. Tutti i suoi pensieri erano tutti belli, tutti profondi. Non l’ho mai sentito dire cose banali, mi era molto simpatico: l’ho visto anche fuori dal campo. La tristezza e il vuoto che lascia è tanta.

Cosa faccio adesso? per ora lavoro nel settore dell’ingegneria chimica, faccio assistenza e manutenzione. Avevo fatto un’esperienza da osservatore calcistico in Cina per Suning e sono tornato a causa della pandemia, qui in Italia mi hanno detto che avevo proprietà relazionali per vendere e fare assistenza e manutenzione ed ho iniziato il percorso. Le affinità col calcio ci sono: si tratta di gestire squadre di operatori e parlare con direttori. All’inizio era una materia simile al cinese, poi tutto è cambiato. 

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