L’autostrada del Sole è un campo di battaglia. La circolazione è stata inevitabilmente chiusa sulla A1, siamo tra Monte San Savino e Arezzo, precisamente a ridosso dell’area di servizio Badia Al Pino, qui, nel 2007, fu ucciso Gabriele Sandri, un tifoso biancoceleste. Napoletani e romanisti che, come conferma un ultras a Il Mattino, si erano dati appuntamento. La guerriglia del pomeriggio non è stata un caso. Non si esprime su chi abbia materialmente iniziato gli scontri che, secondo la Questura aretina, sarebbero cominciati dopo un lancio di sassi scagliati dagli ultras azzurri ma spiega: «Sì, correva voce di un appuntamento già dalla mattina di ieri. E sarebbe avvenuto proprio in quell’autogrill, dove spesso vengono organizzate delle soste delle tifoserie. Come mai? Lo sapevamo tutti che i romanisti sarebbero andati a Milano, ieri, per assistere a Roma-Milan. E allo stesso modo loro sapevano che noi napoletani saremmo andati a Genova per Sampdoria-Napoli». L’occasione era nota, insomma, e le vecchie ruggini tra le tifoserie tutt’altro che superate. «I fatti di Roma di otto anni fa non sono stati dimenticati prosegue l’ultras azzurro alla base di tutto c’è naturalmente la morte di Ciro, ucciso da un ultras romanista». Trecento i tifosi coinvolti nella guerriglia. In queste ore, la Digos aretina sta analizzando le telecamere dell’area di servizio per individuare i responsabili delle violenze ed, eventualmente, per procedere con Daspo e altri provvedimenti. Lanci reciproci di lacrimogeni e pietre. Poi scontri frontali con cinghie, bastoni, spranghe e coltelli. Il tifoso giallorosso rimasto ferito è stato subito trasportato all’ospedale di Arezzo in codice giallo. Altri ultras, identificati in prima battuta, sono stati fatti salire con su mezzi scortati. «Ci auguriamo pene durissime per i responsabili, commenta Francesco Borrelli, parlamentare dei Verdi. Solo con condanne pesanti possiamo prevenire episodi simili in futuro».
Il Mattino