Da calcio d’angolo, sotto l’acquazzone, a 9 anni: Jack Raspadori

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Piove a dirotto e i tacchetti dei piccoli affondano nel terreno. Anno 2009, il Progresso Calcio ha organizzato il solito Torneo Tassi. Si affrontano tutte le società della provincia di Bologna. In finale nella categoria Pulcini ci è arrivato il club di Castel Maggiore. Un ragazzino di nove anni bassino e veloce si avvia verso la bandierina. Gira lo sguardo alla panchina: «Posso provarci?», l’allenatore annuisce. Parte col sinistro: è gol. Tutti corrono ad abbracciarlo, gli avversari faticano a credere ci sia riuscito davvero. Quel piccoletto è Giacomo Raspadori, raccontato su Sportweek dai suoi allenatori. Aldo Tolomelli, l’allenatore, racconta l’episodio«Se per un adulto è complicato segnare così, figuriamoci per un bambino. Sotto l’acquazzone, in un campo a cinque, con le porte piccole. È stato incredibile. In un’altra competizione arrivati all’ultima partita, avevamo la differenza reti a sfavore. Ci servivano 12 gol per vincere. Gli dissi di far giocare anche gli altri. Segnò 6 reti e servì 6 assist».

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