Piove sul bagnato in casa Juventus: Giuseppe Chiné ha chiesto la revoca della sentenza di assoluzione di tutti gli imputati, club e dirigenti, del caso plusvalenze alla luce dei nuovi indizi emersi nell’inchiesta Prisma. Non contano le singole operazioni ormai, ma si parla di un metodo collaudato che parte proprio dalla Juventus e ha finito per coinvolgere tante altre società, operazioni “non finalizzate a dotare la squadra di determinate qualità tecniche bensì di realizzazione di plusvalenze“. Oltre le intercettazioni dove si parla di operazioni come quella di Arthur e Kulusevski, anche il famoso “libro nero” di Fabio Paratici, un documento rinvenuto negli ufficio di Cherubini dagli investigatori torinesi e che parla di “utilizzo eccessivo di plusvalenze artificiali“. La stima delle plusvalenze fittizie si attesta intorno a 156.143.000 per i tre esercizi di bilancio contestati dalla Procura di Torino, mentre la Consob parla di 60.376.449 per il 2021-2022. La domanda che grava sulle spalle del vecchio consiglio di amministrazione della Juventus, però, è quanto furono decisive per l’iscrizione al campionato? Le irregolarità gestionali portano a multe e squalifiche, eventuali falsi in bilancio per poter essere in regola con le licenze significherebbe il rischio di penalizzazioni (sanzione minima) e di retrocessione, un’ipotesi comunque remota nel caso della Juventus. Nel comunicato diffuso dalla Figc ci si limita a dire: le sanzioni verranno formulate “in sede di udienza“.
Fonte: La Gazzetta dello Sport