La Juve “non pagava” gli stipendi, ma incassava i benefici fiscali
Mentre i vertici bianconeri nascondevano dai bilanci le perdite, il club usufruiva di un regime fiscale agevolato: il cosiddetto Rientro dei cervelli previsto dal decreto crescita del 2019, che prevede un abbattimento dell’imponibile del 50 per cento ai fini Irpef nel caso di calciatori professionisti che tornino dall’estero dopo almeno due anni. E la Juventus lo aveva applicato, tra, gli altri, per il ritorno di Gigi Buffon. Secondo la ricostruzione dei pm, per l’anno 2019-2020 Andrea Agnelli e Giorgio Chiellini avevano chiesto ai giocatori di rinunciare a una mensilità, con l’intesa che altre tre sarebbero state pagate a partire dalla successiva stagione. Un modo per sistemare il bilancio nascondendo le perdite. Proprio sulla base di questa premessa falsata, anche l’applicazione della norma sul Rientro dei cervelli – secondo l’accusa – risulta inficiata, e quindi sbagliata. Si legge negli atti: «Gli accertamenti svolti dalla Finanza hanno dimostrato che sono state contestualmente predisposte le scritture di riduzione e di successiva integrazione successivamente: le scritture di riduzione sono state depositate presso Lega nazionale professionisti serie A nel maggio 2020, con effetti sul bilancio d’esercizio al 30 giugno 2020 per una riduzione complessiva pari a euro 89.356.333 (ovvero pari a euro 84.639.840 in caso di applicazione, per taluni calciatori, di regime fiscale agevolato, cosiddetto rientro dei cervelli».
Due mesi dopo, presso la Lega sono state depositate le integrazioni, con effetti sul bilancio d’esercizio del 2021 «per una integrazione pari a complessivi euro 64.221.937 (ovvero pari a euro 60.684.568 in caso di applicazione, per taluni calciatori, del regime fiscale agevolato da corrispondere nelle stagioni sportive 2020/2021 e 2021/2022». Somme alle quali va aggiunta l’integrazione di un milione e 605mila euro riconosciuta a Buffon ed inclusa nella parte fissa della retribuzione del calciatore per la stagione 2020-2021. Alla fine «la somma realmente rinunziata» dai giocatori, scrive il consulente, è dunque pari ad euro 25 milioni e 134 mila euro. Quasi 24 milioni con le riduzioni fiscali. Dagli atti emergono le lacune e le reticenze di alcuni testimoni, come gli agenti dei giocatori e consulenti della Juventus sentiti durante le indagini.
Il Mattino