Professione calciatore, indole da papà: questo racconta l’intervista di Roberto Insigne, attaccante del Frosinone che non perde mai di vista le sue due bambine nel corso della conversazione perché il valore della famiglia gli è stato trasmesso dai suoi genitori. “Io e i miei tre fratelli siamo sempre stati uniti. Siamo cresciuti in un quartiere periferico di Frattamaggiore, ci siamo sempre aiutati l’un l’altro anche nei momenti più complicati. Mio padre lavorava tantissime ore, dalle 6 alle 19, per non farci mancare nulla: magari era fisicamente poco presente, ma solo per quel motivo. Eppure trovava sempre il tempo per ascoltarci e sostenerci“, ha raccontato. Lui e Lorenzo sono riusciti a emergere a grandi livelli ma la passione calcistica ha colpito anche gli altri due Insigne, però non si gioca nelle rimpatriate: si rischia di farsi male. Con il Frosinone è al primo posto in classifica e nelle ultime due gare sono arrivati altrettanti gol di Insigne da subentrato, perché l’importante non è giocare sempre 90 minuti “ma aiutare i miei compagni“. Il secondo è stato un meraviglioso tiro a giro che ha suscitato un moto d’orgoglio nel fratello Lorenzo: “D’ora in avanti non ti farò più vedere niente“, per evitare che copi le sue giocate (il tutto condito da una risata). Due campioni del mondo hanno favorito la formazione calcistica di Roberto Insigne, Grosso e Inzaghi, il primo con un approccio più morbido, l’altro martellante. La sua esperienza si fa sentire nel Frosinone, che deve mantenere la continuità se vuole ritrovare la Serie A, ma anche dai giovani “si impara“. Ora, spera nello scudetto del Napoli, lui e anche mamma Patrizia: “In casa guarda sempre le partite della squadra di Spalletti e quelle di Lorenzo a Toronto“.
Fonte: La Gazzetta dello Sport