L’inchiesta sulla Juve non si ferma. Un dirigente: «Così solo ai tempi di calciopoli »
Richiesta di rinvio a giudizio per 13 ci sono Agnelli, Nedved e Paratici
La Procura di Torino ora accelera. Firmata, infatti, la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Andrea Agnelli e altre 12 persone, nonché della Juve. Oltre all’ex presidente ci sarebbero Nedved, Paratici, Arrivabene, Re, Bertola, Cerrato, Gabasio, Roncaglio, Vellano, Boschetti e Grossi. Invece le posizioni dei componenti del collegio sindacale (Piccatti, Paracchini e Lirici) sarebbero state stralciate in vista della richiesta di archiviazione. Dopo le dimissioni in blocco del cda del club bianconero, ora il pool di magistrati del Gruppo di Diritto Penale dell’Economia, composto dai sostituti procuratori Ciro Santoriello e Mario Bendoni e dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio, è pronto. Ora il giudice dovrà fissare entro cinque giorni la data dell’udienza preliminare.
LE ACCUSE. L’atto d’accusa dovrebbe riportare quanto già emerso lo scorso 24 ottobre: falso in bilancio e false comunicazioni al mercato, più precisamente si parla dell’ipotesi di reato di ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza (Consob) e del delitto di aggiotaggio informativo, ad alcuni indagati è stato contestato anche il reato di dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture per operazioni inesistenti. La posizione degli indagati però potrebbe aggravarsi perché nell’ultimo mese sono emersi altri elementi secondo i pm, ulteriori movimenti di denaro riferiti a scritture private, «side letter» che non risulterebbero né depositate in Lega né di conoscenza degli stessi revisori e sindaci: debiti extra di milioni sulla compravendita dei calciatori che si sommano agli accordi privati delle manovre stipendi, compresi i 19 milioni che sarebbero da restituire a Cristiano Ronaldo sulla base dell’ormai famosa carta segreta che non è stata trovata ma che sarebbe stata ricostruita dagli inquirenti.
CONTRATTACCO. «Una cosa così brutta si è vista solo con Calciopoli»: proprio ieri è tornata a fare rumore questa intercettazione ambientale, frase confidata da un dirigente ora indagato a Federico Cherubini (non indagato) durante una cena del 22 luglio 2021, pochi giorni dopo l’apertura di una verifica ispettiva della Consob. E sempre ieri è arrivata la nota ufficiale della Juve, con cui il club bianconero ribadisce la propria posizione di innocenza. E soprattutto passa al contrattacco, puntando il dito contro le valutazioni della Procura di Torino: «Il trattamento contabile adottato nei bilanci contestati rientra tra quelli consentiti dagli applicabili principi contabili. Le contestazioni della Procura non paiono fondate e non paiono allineate con i rilievi contenuti nella delibera Consob del 19 ottobre 2022. Infatti, la Procura afferma l’artificialità di plusvalenze e la fittizietà delle rinunce stipendi, mentre Consob contesta un valore considerevolmente minore di plusvalenze, peraltro senza menzione di falso in bilancio».
Fonte: CdS