ADL è il vertice, ma a lavoro ci sono tutti gli uomini di Giuntoli…
«De Laurentiis è il vertice della piramide, e ci mancherebbe, l’ultimo sì è il suo, al quale arriva la mia mail sulla decisione, ma dopo che ho dialogato sulle questioni economiche con Chiavelli, l’amministratore delegato, e di quelle tecniche con Spalletti. Abbiamo un’area scouting di persone competenti: Maurizio Micheli, Leonardo Mantovani, Nicolò De Cobelli, come c’è da sempre Peppe Pompilio, il mio vice storico, e però vorrei citare anche Aldo Pecini, che è stato con noi a lungo. Il Napoli è un club snello, agile, ha figure come il vice presidente, Edoardo De Laurentiis, che offre il proprio contributo. Dal 2004 ad oggi, è stato un bel vivere mi sembra».
Si recluta secondo dinamiche ricorrenti.
«Anche con suggerimenti di amici, come è successo per Kim e Kvara. O comunque secondo ricerca. Guardiamo le partite del mondo, poi andiamo sui campi. Io, nella buona e nella cattiva sorte, mi assumo le mie responsabilità e do l’ok. Le conseguenze mi appartengono».
Sono otto anni che lei è a Napoli e però sembrava che la sua storia fosse arrivata al capolinea a gennaio 2021. «Non nego le incomprensioni con De Laurentiis ma ditemi voi se dentro un rapporto decennale non possa esserci una fase critica. A lui forse non piacque qualche mio atteggiamento e, visto come andavano le cose allora, magari pensò anche di qualche scelta tecnica sbagliata».
Eravate alla rottura. «Io considero De Laurentiis un fuoriclasse, un manager fuori dal tempo, con una visione straordinaria del futuro. Lungimirante come pochi. Le frizioni sono sparite in fretta, abbiamo ricominciato a dialogare scegliendo questa nuova strada, e abbiamo creato un rapporto familiare».