Juan Jesus, difensore del Napoli, ha parlato al canale Youtube della SSCN.
“Belo Horizonte è la città in cui sono nato, dove sono cresciuto fino ai 14 anni, dove ho cominciato a giocare a calcio, dove ho la mia famiglia, dove si mangia da dio. E’ una città che ho molto a cuore, un popolo carismatico come quello napoletano. E’ casa mia. Anche l’Italia è casa mia, quella è l’altra casa mia. Ci sono stato 12-13 giorni in vacanza poco fa e ho portato mio figlio a conoscere meglio i cuginetti, gli ho fatto fare tutto quello che facevo io da piccolo. Stare in famiglia per ricaricare le batterie è importantissimo.
In Brasile giocavamo sempre scalzi per strada, a prescindere da come erano rotte le strade e dalle auto che passavano. Oggi a quel ragazzino andrei a dire che ha realizzato il suo sogno. La mia è stata una carriera di alto livello, ho giocato in grandi squadre con Inter, Roma e oggi Napoli. Posso solo ringraziare chi mi ha aiutato a crescere, i miei amici. Questa volta ho portato mio figlio nella mia città e non poteva credere che io ero cresciuto lì. Ha visto quanto sacrificio ho fatto per arrivare dove siamo oggi. Molte persone vedono solo il finale, non vedono l’inizio.
L’Italia è la mia seconda casa, sto prendendo anche il passaporto. Ho vissuto per undici anni in tre città bellissime: Milano, la città dell moda; Roma, la città eterna; e Napoli… A Napoli c’è il mare, è tutto fantastico. Poi vado sempre in Sardegna in vacanza, l’Italia è casa mia, sto molto bene.
Spalletti? Mi ha aiutato tanto, è lui che mi ha voluto. Quando ero all’Inter Mancini voleva tenermi, ma Spalletti mi ha voluto tantissimo alla Roma e quella volta decisi di cambiare perché volevo qualcosa in più. All’Inter ho vissuto momenti belli e brutti, lì sono maturato. Con Spalletti ho fatto due anni bellissimi alla Roma e poi lui mi ha dato anche l’opportunità Napoli.Senza un ma e senza un perché, dopo non aver giocato per due anni alla Roma, Spalletti è arrivato e mi ha portato qui a Napoli. Io non sono uno che si lamenta o che manca di rispetto, nessuno credeva più in me, ma lui sì. E io penso di aver risposto al meglio, ho fatto le mie migliori prestazioni in carriera. Ringrazierò sempre Spalletti per avermi dato quest’opportunità quando nessuno voleva darmene una.
Ogni tanto mi piace stare solo con la natura, mi serve a ricaricare le energie. Spalletti mi dice sempre ‘metti le scarpe’, ma io per 20-30 minuti voglio camminare da solo. Viviamo nell’era della tecnologia, è bello sparire da tutto anche per poco e ritrovare pace. Sui social ho un’immagine molto pulita, sono quello lì e lo stesso anche qui. Non ho filtri, non ho doppie facce. Usarli per il nostro lavoro ci sta, ma voglio dare un consiglio ai giovani: usatelo con precauzione.
Napoli è mille colori, una città che mi ha accolto benissimo fin dal primo giorno. Mi sembrava davvero di stare in Brasile per come la gente è calorosa e disponibile, ti mette a tuo agio. Noi giochiamo nella squadra della città, tutti tifano Napoli, dal nonno allo zio. Quando vinciamo si sente che la città ha energia importante. Così come quando perdiamo si avvertono brutte sensazioni e tutti sono in silenzio. Napoli è una città di cuore, mi sento davvero a casa”.