Nel contratto tra TIM e DAZN con al centro i diritti tv della Serie A ci sarebbero 80 milioni di euro di costi aggiuntivi per Telecom. È quanto rivelato nell’inchiesta di Report, che andrà in onda domani sera su Rai3 e svelata oggi dal Fatto Quotidiano.
Nel febbraio 2021, durante l’asta per i diritti tv del campionato nel triennio 2021/24, DAZN spiega alla Lega Serie A che TIM è pronta a diventare suo partner tecnologico e finanziario. Una lettera che convince anche gli ultimi presidenti indecisi a votare per l’offerta della piattaforma OTT, che si aggiudica così i diritti tv per 840 milioni di euro a stagione.
La lettera svelava anche la proporzione dell’apporto di Tim: “Il partner – si legge – si è impegnato al pagamento di un minimo garantito annuale pari in media a più del 40% del corrispettivo annuale integrato”. Il valore è quindi di circa 340 milioni di euro a stagione, le cifre emerse anche come indiscrezione. Tuttavia un audit interno a TIM sostiene che la somma realmente sborsata sarebbe di circa 410-420 milioni, intorno al 50% rispetto al minimo versato da DAZN e circa 80 milioni di differenza rispetto ai 340 milioni di cui sopra.
L’audit, in cui si parla di anomalie, sarebbe solo il primo di una serie di accertamenti con i revisori che ora vogliono vederci chiaro. E ora qualcuno in Cda adesso starebbe valutando un’azione di responsabilità contro i manager che hanno sottoscritto l’accordo (era la precedente gestione dell’ad Gubitosi, poi sostituito anche per il flop DAZN dall’attuale ad Labriola) o addirittura un esposto in Procura sulla gestione dell’accordo con DAZN. Calcio&Finanza