Trifari, pianista: “Maradona ha rappresentato un popolo, sono orgoglioso che la Lega Serie A abbia scelto me”
Giovanni Trifari, pianista 17enne, il giovane che ha omaggiato Maradona per conto della Lega Serie A, ha parlato ai microfoni di SerieANews.com. “È partito tutto da loro. Mi hanno contattato dicendomi che avevano trovato su YouTube la mia cover di Live is Life (la pubblicai sul mio canale nel 2020, proprio quando Maradona venne a mancare) e che gli era piaciuta tanto. Al punto che volevano utilizzarne una piccola parte per metterla come sottofondo musicale al loro video tributo. Puoi immaginare che per me sia stata un’emozione fortissima. Ero in macchina con mio padre quando mi è arrivato il loro messaggio su Instagram. Non ci credevo. Ero sicuro che fosse uno scherzo. Nonostante l’account fosse verificato, ero convinto che si fossero sbagliati. Non potevo credere che per un progetto così importante avessero scelto me, che sono un ragazzo come tanti. L’ho raccontato ad alcuni miei amici, che erano più increduli di me. A chi mi faceva i complimenti rispondevo che bisognava aspettare il 30 ottobre (giorno della pubblicazione del video) per esserne contenti! Tra l’altro, puoi immaginare che da napoletano, tifoso del Napoli e amante del calcio a maggior ragione sia stato un evento di straordinaria importanza per me. Ne sono stato molto orgoglioso. Maradona per me, da napoletano, rappresenta tante cose. Un uomo che ha rappresentato un popolo, che lo ha portato in alto e che lo ha sempre difeso. Io non ho mai visto giocare Maradona, ma dai racconti delle persone più grandi di me e dai video che si possono trovare online, posso solo dire grazie a Diego di essere esistito e di aver portato il calcio e il Napoli in alto. Il tutto con la leggerezza e la semplicità nel giocare che lo contraddistinguevano in campo. Anche per queste ragioni, partecipare ad un’iniziativa in suo onore è stato un motivo di orgoglio incredibile per me. Maradona che pianista sarebbe? È un paragone molto complicato da fare. Diego è stato unico così come lo è stata la sua arte, ovvero il suo modo di giocare a calcio. Potrei paragonarlo non a un musicista in particolare, ma alla musica classica e ai musicisti classici più importanti della storia. Seppur di epoche diverse. In ordine, ne dico tre: Bach, Mozart e Chopin. Ascoltando le loro melodie posso immaginare la bellezza incolmabile di ciò che faceva in campo con Bach. Un pizzico di sfrenatezza per le giocare inimitabili con le quali stupiva il mondo con Mozart. E la profondità del suo talento irraggiungibile con Chopin”.