L’ammutinamento del 5 novembre 2019 costa carissimo ad Allan

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Allan Marques Loureiro, individuato come uno dei capi della “rivolta” nonostante lui si sia sempre difeso dalle accuse. Dopo un pareggio tra Napoli e Salisburgo (1-1), la società partenopea scelse di mandare la squadra di Ancelotti in ritiro. Ma il gruppo si ribellò alla decisione. «Quella di Allan fu la ribellione più scabrosa» ha spiegato ieri il legale del Napoli, Mattia Grassani, dopo che il tribunale del lavoro, giovedì, ha imposto al calciatore di pagare quasi 190.000 euro in favore del Napoli tra multa (170.000) e spese legali.
L’attuale centrocampista dell’Al-Wahda FC di Abu Dhabi si sarebbe scagliato contro il vicepresidente Edoardo De Laurentiis, «in un tentativo di aggressione fisica fermato solamente grazie all’intervento del ds Giuntoli», ha proseguito Grassani. In più, riferendosi a un premio riconosciuto nei giorni precedenti dal presidente, «si macchiò di una frase molto grave e offensiva: “I centomila euro te e tuo padre ve li potete mettere nel c…”». Durante il procedimento arbitrale del 26 novembre 2021 furono ascoltati diversi testimoni (compreso Ancelotti) e il tribunale di Napoli due giorni fa ha rigettato l’impugnazione di Allan (il quale contestava la decisione del collegio di 11 mesi fa), dichiarando esecutivo il lodo. Sembra chiudersi così l’ennesima puntata di una storia giudicata fin qui piuttosto similmente anche nelle fattispecie di Maksimovic e Hysaj. Nelle prossime settimane entreranno invece nel vivo altri arbitrati contro Insigne, Fabian Ruiz, Ospina e forse Koulibaly. Sarcastico Grassani: «Qualora Allan non intenda onorare il debito spontaneamente vorrà dire che andremo a Dubai a pignoragli tappeti, televisori e posate. Deve pagare senza se e senza ma».

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Fonte: CdS

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