Napoli 2 è parente strettissimo del Napoli 1 ed incanta

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Chiamiamolo pure Napoli 2, perchè ha sei volti nuovi rispetto all’Olimpico di Roma, ma  è il parente strettissimo del Napoli-1 e non certo un surrogato. All’undicesimo, quando Giovanni Simeone, in teoria e nelle gerarchie il “terzo” centravanti, apparecchia per il brindisi con l’1-0, il Napoli ha già spinto al delirio: è uno spettacolo che abbaglia e trascina, è la sontuosa celebrazione del Made in Naples (e in Italy ma deliziando) che andandosene a spasso per la Champions, si è già proiettato verso il suo diciannovesimo gol, quello del 2-0, sempre con il “Cholito”, e poi con il ventesimo (e il centesimo della storia), stavolta di Ostigard, disegnando nelle ampiezze, nelle profondità, sulle palle inattive e nella sinfonia stordente – la quinta – che lo spinge ad Anfield per regalarsi un’altra notte che varrà la pena di essere vissuta.
Ma il Napoli non è “semplicemente” la più alta espressione del calcio moderno, perché in una serata incantevole Spalletti celebra il cosiddetto “gregariato”, figure nobili costrette al sacrificio fisico estremo per le stelle: e il Napoli diventa del professor Mario Rui o del ciclopico norvegese Ostigard, dell’imponente Ndombele o della “leggerezza” di Elmas (che vengono invertiti come mezze ali), d’un tridente tutto nuovo e inedito che tra Politano, Simeone e Raspadori non offre centimetri ma eleganza.

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Fonte: CdS

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