Mourinho: “Roma, k.o. ingiusto. Lozano? Si tuffa sempre”

Il tecnico della Roma critica l'atteggiamento dell'esterno messicano

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C’è un dato su cui José Mourinho potrà riflettere, al di là di una sconfitta che brucia per le circostanze che l’hanno generata: uno dei rari errori gestionali di Smalling, un capolavoro successivo di Osimhen. La Roma, dopo dieci partite nelle quali spesso aveva raccolto meno gol di quanto meritasse, non ha fatto neppure un tiro in porta. Non succedeva da sette anni, sempre contro il Napoli ma in trasferta. Quando non riesci a costruire le premesse di una vittoria, può succedere di perdere se affronti la squadra più performante d’Europa del momento.  

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Questo scontro diretto poteva anche finire 0-0 ma la sostanza non cambia: la differenza tra le due squadre è parsa evidente. E la classifica, che retrocede la Roma al quinto posto a -7 da Spalletti, dice la verità.

 

Mourinho sospira: «È stata una prestazione sufficiente, buona per non perdere. Avrei voluto vincere la partita, chiaro, così come l’hanno vinta loro: un paio di tiri in porta, un gol. La situazione era sotto controllo. Purtroppo a un certo punto avevamo tanti ammoniti e molti giocatori stanchi, senza tante soluzioni in panchina. Karsdorp ha dovuto giocare titolare al posto di Zalewski che non stava bene e ovviamente ha avuto difficoltà, come Spinazzola. Pellegrini mi chiedeva il cambio perché sentiva fastidio al flessore. Matic era infortunato, non si è mai allenato in settimana, mi ha potuto dare una mano solo nel finale. Dal minuto 65-70 è diventato tutto più complicato. Eppure c’è un sentimento di ingiustizia per il risultato. Voglio dare un abbraccio ai miei giocatori che hanno fatto tutto il possibile. Invece è bastato un gol per decidere la partita». 

 

DIFFICOLTA’. Però alla Roma è mancato qualcosa, soprattutto in attacco. Mourinho non nega: «Sì, mi aspettavo di più. Anche nel secondo tempo abbiamo avuto due occasioni per creare situazioni pericolose. Ma non siamo stati bravi a entrare in area. Non siamo riusciti ad arrivare in porta».

 

Sono moderate le proteste contro l’arbitro, nonostante l’ammonizione e una lunga serie di contestazioni in tempo reale: «Irrati è un bravo arbitro, equilibrato, serio. Ci sono delle cose che non mi sono piaciute. Ne abbiamo parlato alla fine, con lui ci si può confrontare: non ha fatto una grande partita, credevo che distribuisse qualche cartellino in meno. Evidentemente ho sbagliato».

 

È più pungente contro Lozano: «Come si chiama quel ragazzo che si tuffa sempre?».

 

PROPOSTA. L’atteggiamento un po’ rinunciatario è stato una necessità strategica, più che una scelta: «Servirebbe più qualità, che in questo momento non abbiamo. Se perdiamo un giocatore possiamo sopportarlo. Ma quando diventano due o tre o quattro la nostra rosa fatica a essere competitiva in certe partite. Questo è un problema oggettivo. È vero, nelle statistiche non ci sono nostri tiri in porta. Però esistono fasi di gioco in cui basta poco per creare un’occasione, invece non siamo stati abbastanza pericolosi. Anche il Napoli, se Osimhen invece di prendere l’angolo ma calcia in curva Nord, ha i nostri numeri. Il loro dominio nel possesso palla è stato dovuto essenzialmente a una differenza di freschezza, a noi sono mancate le pressioni per stanchezza. Faccio i complimenti al Napoli, che ha vinto senza meritare. E li faccio anche alla Roma, che ha perso senza meritarlo». Abraham stavolta è sembrato molto coinvolto, molto disposto al sacrificio, ma troppo tenero negli ultimi metri: «È la vita. Capitano nella carriera momenti in cui i giocatori non sembrano bravi come sono. Tammy sta vivendo questo tipo di momento». Gli chiediamo: come si può mettere lui e gli altri attaccanti in condizioni di nuocere? «Buona domanda. Ma preferisco non rispondere». 

Font: CdS

 

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