Luciano Spalletti si è messo al centro del Napoli, un sistema Spalletticentrico, in cui il tecnico ha fatto capire il valore del gruppo, dell’unione e della coesione e lo spogliatoio del Napoli è diventata una grande famiglia. Si divertono tutti. «Vorrei dare più spazio a Simeone», ha detto. Raccontando di un ragazzo speciale che anche quando scavalcato nelle gerarchie da Raspadori non si è abbattuto, anzi. Poi la carezza (in un pugno) a Kvara, che è forse l’uomo sul quale Spalletti batte più di tutti. Un po’ lo coccola e un po’ lo bastona. 21 anni e una carriera in rampa di lancio. Il rischio di rimanere in fase di stallo è alto e Luciano vuole fare di tutto per impedire che accada. Non ci sono titolarissimi e non ci sono intoccabili. L’unico a dettare le gerarchie è il campo e, con questa formula, il sorriso è entrato nello spogliatoio. Ha dato fiducia a Meret (che aveva già la valigia pronta), ha consegnato a Lobotka le chiavi della squadra e ha reso Di Lorenzo e Mario Rui i leader dello spogliatoio. I due terzini rappresentano la vecchia guardia del Napoli, ma gestiscono la loro leadership con maturità e attenzione. Mario è il leader emotivo, Giovanni quello saggio. Tutto sotto l’occhio vigile di Spalletti. Perché una cosa è certa: tutto ruota attorno all’allenatore. L’ombelico di un gruppo che finalmente ha trovato la ricetta della felicità.
Il Mattino