Spalletti alterna alla perfezione i suoi uomini tirando fuori il meglio e l’alternanza funziona. Il tecnico non è mai troppo drastico, non si affida sempre e soltanto ai titolarissimi. Un vecchio adagio diceva «l’unione fa la forza» e Luciano lo sta seguendo alla lettera. Sì, perché nel Napoli non esistono intoccabili (o quasi), e tutti godono della stessa fiducia. Spalletti ha creato un’alchimia praticamente perfetta. Ci sono tre ruoli nei quali il ricambio è diventato il mantra: terzino sinistro, esterno destro d’attacco, centravanti. Mario Rui-Olivera, Lozano-Politano, Raspadori-Simeone sono le tre coppie che ruotano. Sostanzialmente il titolare fisso non c’è. Mario Rui ha giocato più del doppio dei minuti di Olivera, Raspadori ha giocato fin qui quasi 200 minuti più di Simeone, ma tutti si sentono titolari, si sentono protagonisti ed effettivamente lo sono. Addirittura per il ruolo di esterno d’attacco a destra, Lozano e Politano si sono contesi il posto praticamente per lo stesso tempo. 465 minuti ha giocato il messicano, 488 l’italiano. Un gioco di incastri che con il passare delle giornate (tra campionato e Champions) si è rivelata la chiave del Napoli. Tutti si sentono importanti, nessuno si sente messo in disparte. Perché la forza del gruppo è la forza dei singoli. In questo senso sono entrate anche le rotazioni in difesa. Kim e Rrahmani sono i titolari, certo, ma Ostigard e Juan Jesus non si sentono da meno e ogni volta che vengono chiamati in causa danno un contributo decisivo.
Il Mattino