Icardi, Dybala, Belotti. E Giacomo Raspadori. L’ultimo della lista di attaccanti che Giuseppe Iachini ha visto crescere e ha lanciato quando praticamente non li conosceva nessuno.
Facciamo un passo indietro: ci racconti la sua prima volta con Raspadori. «Un colpo di fulmine, quasi immediato direi».
L’antipasto è invitante: ora le tocca parlarci dell’intero menù. «Ho sempre avuto l’abitudine di organizzare partite settimanali tra la mia prima squadra e quelle del settore giovanile. Così ho fatto anche quando allenavo il Sassuolo tanto più che lì il settore giovanile è curato alla perfezione da Checco Palmieri. E in una di queste partite ho visto questo ragazzino che faceva intravedere delle doti balistiche, tecnica e velocità, caratteristiche interessanti».
Si chiamava Giacomo Raspadori… «Proprio così. E dopo un attimo l’ho chiamato in prima squadra ad allenarsi».
Segni particolari? «Non tira in porta: Raspadori calcia in porta, che è una cosa diversa. Vuol dire mirare gli angoli con qualità».
Però quando lo ha visto la prima volta non giocava come prima punta… «È vero, giocava da esterno, ma come mi è successo in altre volte con Eder e Belotti che erano arrivati da esterni, intravedevo in lui una possibilità di carriera da centravanti».
E allora? «Ho iniziato a utilizzarlo spesso lì. Mi ricorda un po’ il lavoro fatto con Dybala a Palermo. Vedevo uno sviluppo di questo tipo».
Come mai? «Perché attacca la profondità, è veloce e ha tecnica. Diciamoci la verità: può ricoprire tutti i ruoli d’attacco e Spalletti lo sapeva bene. Vicino alla porta è determinante. Sa creare spazio per gli inserimenti degli altri».
Fuori dal campo? «È un ragazzo che ha doti straordinarie non solo tecniche, ma anche umane. È un professionista esemplare e questo lo sta aiutando anche adesso».
Si aspettava una sua esplosione così rapida a Napoli? «È stato molto bravo perché si è integrato benissimo. Merito anche di Spalletti e lo staff che gli hanno fatto scudo attorno. Ora è in fiducia e sta facendo bene. Quando giochi con entusiasmo e fiducia ti riescono cose straordinarie. Quando accetti Napoli sai di andarti a confrontare con una piazza importante. Ma l’esperienza di Sassuolo gli è servita tantissimo per la crescita soprattutto della personalità. Credo sia arrivato in una grande squadra nel momento giusto. E sono contento perché al Napoli sta facendo bene dove ha trovato anche Politano che con me a Sassuolo ha fatto cose bellissime e mi fa piacere vedere che stia mantenendo le promesse».
Il Mattino