Il Napoli di Spalletti è da 9,5, tutti i voti e le motivazioni
Il Napoli ha 4 punti in meno, ma ha acquisito la mentalità negli scontri diretti
Sette giornate di campionato per tutte, più due di coppe per sei squadre, più quattro (i play off di Conference League) per la Fiorentina, più una di Coppa Italia per altre 12. Tutto di corsa, a un ritmo già insostenibile per tanti giocatori (sono fermi Pogba, W ijnaldum , Miranchuk, Berardi, Lukaku e Origi, sono stati fermi a lungo Zaniolo, Di Maria e Gonzalez), il frullatore è in azione e solo ora si ha la possibilità di spegnerlo per un po’. Il campionato si ferma (il campionato, non tutti i giocatori) per le nazionali e, mischiando i tornei, si può avere una prima idea sul livello delle 20 di Serie A. Andiamo per ordine di classifica.
NAPOLI 9,5 – Primo posto da imbattuto, seppur non in solitario, in campionato col miglior attacco, primo posto a punteggio pieno in Champions in un girone con Liverpool (steso con 4 gol) e Rangers (stesi con 3). Nonostante la stima nei confronti di Spalletti, nessuno lo poteva immaginare. Gioco e risultati, a volte sofferenza ma anche splendore, giocatori sorprendenti come Kvaratskhelia e Kim, giocatori che continuano a migliorare come Mario Rui. La squadra era stata rivoluzionata e ringiovanita per ridurre il monte ingaggi, però si è presentata subito con 5 gol a Verona e da lì è iniziata la sua crescita inattesa in queste proporzioni. Un anno fa c’era la vecchia guardia, quest’anno la nuova guardia non ha fallito nessuna delle quattro grandi partite: 2-1 contro la Lazio, 4-1 col Liverpool, 3-0 ad Ibrox, 2-1 a San Siro contro il Milan, gara che valeva il primo posto in classifica. Meno di 9,5 non si può dare. Il mezzo punto che manca per arrivare a 10 deriva dalla differenza col campionato scorso: allora, dopo 7 giornate, la squadra di Spalletti era ugualmente in testa ma con 4 punti in più. Un po’ di calma anche sotto il Vesuvio…
ATALANTA 8 – È in testa col Napoli, imbattuta come il Napoli e con un vantaggio sul Napoli in campionato: non ha le coppe. Sembra molto cambiata e non solo perché Gasperini sta appoggiandosi sempre più sulla difesa a 4. È cambiata la sostanza, non ha più bisogno di forzare il ritmo piegando le avversarie sull’intensità, ma sta andando avanti con grande concretezza.
UDINESE 8,5 – Attenzione a non fare confusione. Tutte le volte che si parla della squadra di Sottil ci si sofferma sull’aspetto fisico, quello di marcantoni come Beto, Success, Makengo, Becao, ma è un errore, lo stesso errore che veniva commesso quando negli anni scorsi si parlava dell’Atalanta come squadra tutto furore, dinamismo e agonismo. Nossignori. L’Udinese, come quell’Atalanta, ha qualità. Deulofeu è un inventore straordinario, Udogie sa sempre come mettere la palla, Becao quando esce dalla linea dei tre difensori imposta come un regista. Bella squadra, molto interessante e ben allenata.
LAZIO 6,5 – Potremmo chiamarla “la squadra su e giù”. Alla terza giornata, grande vittoria sull’Inter (3-1), alla quarta pareggio a Marassi contro la Samp, alla quinta brutta sconfitta in casa col Napoli. Subito dopo vittoria nitida contro il Feyenoord, finalista della scorsa edizione di Conference League, la settimana seguente cinque labbrate dai danesi del Midtjylland e subito dopo facile trionfo a Cremona con 4 gol. Sarri che parla di germi dentro lo spogliatoio, squadra che un giorno si ritrova e il giorno si perde, capirci qualcosa non è facile. Vale però il 4° posto in classifica, a pari del Milan.
MILAN 8 – Per quanto visto finora, a noi sembra la squadra più completa con l’organico meglio strutturato. L’ultima sconfitta in casa col Napoli non è pienamente meritata, anzi. Il problema per Pioli è la differenza col campionato scorso, dopo 7 giornate aveva 5 punti in più ed era secondo a -2 dal Napoli. Ha faticato in Champions a Salisburgo, poi si è sbarazzato della Dinamo Zagabria. Il gioco c’è, le certezze sono le stesse dell’anno scorso, il gruppo è solido, la guida forte e sicura, l’organico è stato rinforzato. Insieme al Napoli, in questo momento è candidato alla vittoria finale.
ROMA 6,5 – Qualche anno fa, quando Allegri aveva lasciato la Juve e immaginava chissà una chiamata da Roma, aveva pensato che in quel caso avrebbe fatto di tutto per portarsi dietro Dybala. Invece c’è riuscito Mourinho che ha toccato con mano quanto sia pesante la differenza fra averlo in campo e vederlo in tribuna. La Roma non meritava di perdere nella sfida con l’Atalanta, ma è successo anche perché alla squadra mancava il suo risolutore, il suo esattore, quello che trasforma le cambiali in moneta pesante. Come la Lazio, anche la Roma ne fa una bene e una male. Impone il suo gioco sul campo della Juve, poi si fa rifilare 4 gol dall’Udinese e si fa battere nell’Olimpico strapieno dall’Atalanta dopo aver segnato tre gol in Coppa ai finlandesi. Il quartetto magico Pellegrini-Zaniolo-Dybala-Abraham, anche per le assenze dell’uno o dell’altro, non sempre ha funzionato come c’era da aspettarsi.
INTER 4,5 – La vera delusione di questo pezzo di stagione. L’Udinese l’ha schiantata con 3 gol, prima lo avevano fatto, con punteggi diversi, Lazio, Milan e Bayern . L’Inter è più forte dell’anno scorso, su questo non ci sono dubbi, forse però è meno corretta, l’arrivo di Lukaku l’ha portata su una strada che Inzaghi ancora non conosce (anche perché l’assenza del belga ha rallentato il processo di reinserimento). Così aumentano i rimpianti per il mancato arrivo di Dybala. Per riprendersi, sia in campionato che in Champions, deve superare tutti i limiti attuali.
JUVENTUS 4 – Sette partite di campionato 10 punti. Due partite di Champions 0 punti. Un disastro totale. Per riacciuffare la corsa per lo scudetto non sono tanti i 7 punti da recuperare ma le 7 squadre da rimontare; per tentare invece di qualificarsi agli ottavi di Coppa deve vincere sempre o quasi sempre. In altri tempi, in altre Juventus (e lasciamo riposare in pace Boniperti che avrebbe disintegrato il soggetto in questione), un giocatore che si comporta come Pogba lo avrebbero già messo alla porta, tanto per fare un esempio. Bonucci dice che la maglia della Juve pesa, ma dovrebbe chiedersi chi sta indossando quella maglia: giocatori da ottavo posto, di livello inferiore a tanti. Tuttavia il primo responsabile è Allegri perché, per comodità, ha deciso di tornare dove aveva lasciato 5 scudetti di fila e due finali di Champions pensando (immodestamente?) che quella fosse ancora la Juve. Ha commesso un errore imperdonabile. Questa non solo non è più la sua Juve, ma non è nemmeno più la Juve.
TORINO 6,5 – Ha modificato la sua linea: pur restando una squadra aggressiva, Juric l’ha arricchita con giocatori tecnici come Vlasic, Miranchuk (ora fuori per infortunio) e Radonjic. Ha sbagliato alcune partite, però non è mai stato sottomesso sul piano del gioco.
FIORENTINA 5,5 – Una mancata vittoria col Verona e chissà cosa sarebbe accaduto a Firenze. Invece i 3 punti di domenica pomeriggio riportano un po’ di tranquillità in una squadra che ha comunque perso lo smalto, la brillantezza e il gioco della scorsa stagione. Ha 3 punti in meno in campionato mentre in coppa, dopo un’ottima partenza nei play-off contro il Twente, ha pareggiato al Franchi contro la 285a formazione della classifica Fifa, il Riga, e ne ha presi 3 a Istanbul. Tanti assenti, poco gioco e qualche idea confusa di Italiano.
SASSUOLO 6,5 – Senza Scamacca e senza Raspadori, e per ora anche senza Berardi, ogni anno l’allenatore del Sassuolo deve ripartire quasi da capo. Per ora è in media anche se aspettiamo la brillantezza del gioco di Dionisi.
SPEZIA 6,5 – Otto punti dopo 7 giornate per una squadra che punta alla salvezza non sono pochi. In più c’è l’effetto-derby che ha avuto il merito di spingere ancora più giù la Sampdoria, cugina nemica ma soprattutto concorrente alla salvezza.
SALERNITANA 6 – Momenti di bel calcio in una piazza piena di entusiasmo. Poteva fare qualche punto in più, però a quota 7 non è in sofferenza, dietro ha 6 avversarie. Nicola ha costruito un centrocampo completo, con la forza atletica di Coulibaly, il dinamismo di Maggiore e la discreta qualità di Vilhena. E soprattutto ha un attacco che segna tanto: 10 gol, il doppio del Sassuolo, è il 7° della Serie A.
EMPOLI 6 – Rispetto all’anno scorso ha cambiato tanto e non in tutti i settori è migliorato, anzi. Se ne sono andati ragazzi di valore come Asllani, Viti, Di Francesco, Zurkowski e Pinamonti, al loro posto Akpa-Akpro, Marin, Grassi, Cambiaghi, Destro, Lammers, Pjaca e Satriano, molte scommesse e molti giovani come nello stile del club. Come gioco la partenza dell’Empoli nel campionato scorso era stata sorprendente, adesso tocca a Zanetti rimettersi sulla scia di Andreazzoli. La prima vittoria, quella di domenica scorsa a Bologna, può essere il vero inizio.
LECCE 6 – Con la situazione tecnico-patrimoniale che aveva trovato a Lecce, Corvino ha fatto un doppio miracolo insieme a Baroni. Il primo riportando il Lecce in A, il secondo costruendo una squadra che per ora si batte insieme alle altre (bella la vittoria di Salerno) con un monte-ingaggi di 8 milioni e mezzo di euro netti. Attenzione a Cessa y , mentre il regista danese Hjulmand è già una certezza.
BOLOGNA 5 – Se l’obiettivo è l’altra parte della classifica, siamo lontani. Il Bologna ha un campione, Arnautovic, non a caso capocannoniere della Serie A, e una squadra che potrebbe e dovrebbe fare di più. Per provarci, proprietà e dirigenti hanno licenziato Mihajlovic ma per ora l’esonero sa di beffa. La prima partita del dopo-Sinisa, contro la Fiorentina, l’hanno vinta uno dei suoi ragazzi, Magnani, che ha lavorato fianco a fianco al tecnico della Primavera, Vigiani; la seconda, col nuovo allenatore Thiago Motta, l’ha persa in casa con l’Empoli. Sicuri che con Mihajlovic sarebbe andata peggio?
VERONA 5 – È molto più debole rispetto alla scorsa stagione (Depaoli, Caprari, Cancellieri, Simeone, Barak, via tutti insieme), a Cioffi si può chiedere solo una sudatissima salvezza.
MONZA SV – Tutto nuovo, ora anche l’allenatore Palladino (al posto di Stroppa) che ha portato al Monza i primi tre punti contro la Juventus. Un giudizio, seppure sommario come gli altri, sarebbe in questo caso una presunzione. E’ come se il Monza abbia appena iniziato il suo primo campionato di Serie A.
CREMONESE 4,5 – Anche a Cremona hanno cambiato tutto e ancora non hanno mai vinto. Le idee di Alvini convincono nella costruzione, i risultati molto meno.
SAMPDORIA 4,5 – È un caos. Tutti aspettano notizie certe sulla nuova società e intanto la squadra precipita. Perfino un gentleman come Giampaolo ha perso le staffe. Ultimo posto, due pareggi in 7 partite, peggior attacco del campionato con 4 gol, si profila una stagione disastrosa. A meno di un miracolo.
Fonte: CdS