Domenichini (vice all.): “Questo Napoli è qualità, ma anche sacrificio e voglia di vincere”
Giovanni Simeone ha segnato lo stesso gol del padre in un Juventus-Lazio
Pioli l’aveva definita così: una sfida scudetto. E la vittoria del Napoli, allora, porta in dote un mattoncino tricolore: architetti e operai, una squadra vera che supera un esame dopo l’altro e che nelle ultime cinque partite ha messo in riga Lazio, Liverpool, Spezia, Rangers e il Milan. I campioni d’Italia. Pensate alla successione, signor Cholito? «Viviamo ogni giorno con la voglia di migliorare e crescere: è questa la volontà del gruppo».
E sia chiaro: «Questa squadra non è soltanto tanta qualità: è anche sforzo, sacrificio e voglia di vincere». Giovanni Simeone, l’uomo delle lacrime di gioia con i Reds e del gol della vittoria di San Siro, racconta il Napoli. Perfettamente.
LA GARA
E allora, luci azzurre sul primo posto: lo scontro diretto è andato e alla prima sosta (breve) sono i ragazzi di Spalletti a condividere il primo posto con l’Atalanta. Ragazzi sfrontati e tosti, giovani saggi che gradualmente stanno cancellando tutti i timori relativi a un’esperienza sforbiciata dagli addii di Insigne, Mertens, Ospina e Koulibaly. Dice bene il Cholito: questa è una squadra che gioca da squadra. Che si aiuta, che sa soffrire, gestire e poi colpire: «Vedere Politano che lascia tutto in campo ti carica». E ancora: «Quando fai certi movimenti qui ti trovano: Mario Rui ha tanta qualità e sul mio gol ha pescato quella giocata».
Un gol alla Simeone, di testa, un marchio di fabbrica: di padre in figlio. E anche lo spirito è uguale: «Mi viene spontaneo: in famiglia viviamo così le partite. Per noi è dare tutto».
Poi, l’omaggio: «Questo gol lo dedico al padre di mia moglie che non sta bene».
Parole dolci anche per Raspadori: «Una grande persona, abbiamo un bellissimo rapporto: siamo un po’ diversi come stile, ma saremo sempre a disposizione di Spalletti. Giocherà chi vuole lui. Sono molto felice».
LE SCELTE
Poi, focus sulla scelta di Raspadori dal primo minuto: «Lui è più un giocatore da palleggio, viene incontro, mentre Simeone attacca maggiormente la profondità e va a pressare: Spalletti avrebbe voluto fare più palleggio, anche se non ci siamo riusciti, e così ha deciso per lui».
Finale dedicato alla scelta Zerbin: «Ha dimostrato di fare molto bene ultimamente: è un esterno a tutta fascia che sa difendere e avevamo bisogno di questa soluzione».
fonte: CdS