Turrini: «Il mio Jack spacca le difese in due, da ex azzurro dico: Napoli, prendilo»

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A chiedere in giro pare che non abbia un nemico. E che tutti siano pronti a scommettere sul suo futuro: perché sì, Giacomo Raspadori è un ragazzo che fa innamorare non solo i tifosi, ma anche quelli che gli stanno vicino. Tecnici, compagni di squadra, soprattutto allenatori. Si fa fatica a riscontrarne i difetti parlando di lui con chi l’ha conosciuto da vicino e allenato prima delle luci della ribalta. «Una persona d’oro, un ragazzo perbene. Con una fame incredibile» racconta subito al Mattino Francesco Turrini, l’ex centrocampista del Napoli dalla stagione 1996 al 2000 che nella sua vita sportiva dopo il campo da calcio ha allenato il giovane Raspadori.

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Un colpo di fulmine nella Primavera del Sassuolo? «Non poteva essere altrimenti. Ho parlato spesso di lui anche con chi l’ha allenato prima e dopo di me, ci siamo tutti ritrovati con lo stesso pensiero su di lui».
Come l’ha conquistata? «Con l’intelligenza. E la disponibilità. Lui arrivava da punta centrale ma in quella Primavera avevo lui e Scamacca, esattamente come si sono ritrovati in prima squadra. Dissi a Giacomo che il ruolo da prima punta era occupato, lo schierai esterno, non esitò un attimo, anzi».
Quindi l’ha scoperto lei da esterno? «No, è nelle sue qualità. E quanti gol bellissimi, quante partite mi ha risolto in quella stagione».
Ci può chiarire allora qual è il ruolo di Raspadori. «Fare la punta. È intelligente, ha il senso del gol dell’attaccante d’area, spacca in due le difese. Ma sa anche adattarsi, ha intelligenza e qualità per fare l’esterno, anche il trequartista. Dovrà adattarsi».
Perché? «Se dovesse arrivare a Napoli, con Osimhen il ruolo di punta è già coperto. Ma saprà farsi apprezzare da Spalletti per la duttilità».
Saprà convincere il toscano? «Non ho dubbi: più si sente amato e più dà il meglio di sé. Se Spalletti e la piazza lo capiscono, allora farà sicuramente bene».
Lei conosce la piazza di Napoli: cosa si aspetta in caso di arrivo? «Se non diventi calciatore a Napoli non diventi calciatore da nessun’altra parte. Sappiamo bene quello che significa giocare con addosso l’azzurro. Raspadori è uno che in campo ti dà tutto, anche l’anima. È la piazza ideale, basteranno poche partite per conquistare i tifosi. Anche perché è arrivato il momento».
Per..? «Per il salto in una grande squadra come potrebbe essere quella azzurra. Ha 22 anni, ha avuto continuità al Sassuolo, ma in neroverde non può fare di più. E all’estero calciatori come lui giocano già da anni in top club come il Napoli».
Cosa l’ha impressionata di Raspadori? «La continuità. È cresciuto anno dopo anno, con regolarità. Aveva fame di arrivare e ne ha ancora. E sa stare in gruppo, è stato quasi sempre capitano nelle giovanili. Lo vedevo giocare e pensavo: Come può non diventare professionista?. E infatti ci ho visto giusto». Fonte: Il Mattino
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