A Radio Marte nel corso di “Marte Sport Live” è intervenuto Enrico Fedele
“Politano ha una caratteristica diversa da quella di Lozano. Il messicano ha più senso della rete, ha più scatto. Anche se non è molto forte dal punto di vista fisico, è più resistente, aiuta meno nella fase difensiva. È l’unico nel Napoli che ha 10/12 gol nelle gambe. De Laurentiis ha un progetto, se gli chiedono i giocatori li dà. Evidentemente non gli hanno proposto le cifre che riteneva giuste. Non riesco a spiegarmi perché la gente non capisce. Il progetto del Napoli è questo: se danno i soldi vanno via tutti. Perché togliere uno o due giocatori che possono fare la differenza? Senza questi in Champions non ci arrivi. Può essere che vogliano vendere i giocatori per poi cedere a qualche fondo. Politano segna un determinato numero di gol, giocando trenta partite, ma con Spalletti non le fa trenta partite. Il modo di fare di De Laurentiis non mi piace per l’atteggiamento comunicativo. Credo che faccia tutto il possibile per essere antipatico ai tifosi.
Tra Barak e Deulofeu chi sceglierei? Sono due giocatori diversi, il primo andrebbe a sostituire Fabian Ruiz. Da dove venivano Reina, Albiol, Higuain e Callejon? Da grandi squadre ed erano abituati a vincere. Non mi pare che le squadre da dove vengono Olivera e Kvaratskhelia abbiano lo stesso curriculum di Liverpool e Real Madrid. Il Napoli e Giuntoli commettono uno degli errori più gravi in assoluto, ovvero quello di rinnovare i contratti negli ultimi mesi. Mertens va via perché è scaduto il contratto. Il progetto non lo fa l’allenatore, ma il presidente. L’allenatore non è altro che il capo del personale, non esiste la squadra che viene fatta dall’allenatore. Si fanno delle dichiarazioni diverse tra l’allenatore ed il presidente, è questa la mia preoccupazione. Deulofeu? Anche con Benitez e Ancelotti non sono stati pienamente accontentati. Il peccato della nostra squadra è quello che il Napoli aveva una squadra alla quale bastavano due giocatori per vincere il campionato. Con Sarri volava e bastava qualche giocatore in più l’anno dopo. Servono i giocatori vincenti, ma non è la mentalità del presidente”.