I Club Napoli festeggiano 50 anni e chiedono incontri con De laurentiis

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Giugno 1972, una pietra miliare nella storia del tifo napoletano. Nasce l’Associazione Italiana Napoli Club. Crescenzo Chiummariello presidente, l’Hotel Royal ad acclamarlo, il presidente del Napoli Corrado Ferlaino tra i sostenitori di una svolta storica che potesse rafforzare il legame tra la tifoseria e la società.

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Cinquant’anni insieme attraverso gli scudetti, la serie C, la serie B, la Champions League, le illusioni di un altro titolo. Cinquant’anni di passione in cui è cambiato il calcio, in cui è cambiata una città. Mezzo secolo celebrato dall’Associazione Italiana Napoli Club riunita oggi a Villa Domi per raccontare se stessa e sperare in un cambio di passo nel legame con l’attuale proprietà De Laurentiis. Negli anni ’70 era una città che si ingrandiva e il Club Napoli – raccontava Crescenzo Chiummariello, scomparso nel 2005 – era uno dei pochi modi per legarsi alla città.

«L’elezione di Chiummariello fu il modo più democratico per stabilire la guida». Oggi quella guida è Saverio Passaretti, un signore del tifo napoletano, diplomatico e appassionato, con un solo punto di riferimento: «I colori del Napoli». E non potrebbe essere differentemente. «Ne abbiamo viste tante. Siamo passati dai 500 club dell’epoca di Maradona ai 100 di oggi che, voglio sottolineare, non hanno alcun privilegio». Oggi «il calcio è diventato business». Passaretti era nello studio dell’avvocato Mario Mignone quando arrivò una telefonata di Bagni che cercava Ferlaino. «Capii che sarebbe venuto al Napoli».

Nessun contatto con il numero uno della società azzurra. Con l’associazione e con i tifosi in generale. Rapporti chiusi dopo Napoli-Frosinone 2006 quando un gruppo di ultrà, poi condannati dall’uno ai 4 anni reclusione, mise in atto un tentativo di estorsione nei confronti del Napoli facendo esplodere otto grossi petardi durante la partita. Un episodio che ha segnato un elemento di non ritorno.«Il regalo per i 50 anni? Sedersi a tavolino e parlare su come impostare il rapporto con i tifosi. Nessuna richiesta. Solo parlare. Se a un tifoso togli lo sfizio di fare la foto con il proprio idolo hai distrutto i sogni di un bambino. Riproporre anche a Napoli le belle esperienze di Dimaro aprendo qualche allenamento al pubblico, e magari riavvicinare De Laurentiis stesso alla gente di Napoli», queste le idee. Oggi a Villa Domi ci saranno club cinquantennali come Roma Azzurra, Lauria, Sala Consilina, Acerra, Aversa, Marigliano. Ma anche l’ex presidente Corrado Ferlaino, forse il dirigente Nicola Lombardo e «spero De Laurentiis per costruire un ponte tra le due proprietà più vincenti della storia del Calcio Napoli» G. Agata (Il Mattino)

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