Ieri, a Messa. Tutti stretti intorno al Capitano come quella domenica di 35 anni fa: 10 maggio 87. Solo che Diego non c’era. «Ma, come disse Paolo Sorrentino, lui non è morto: è soltanto andato a giocare in trasferta», spiegava dal pulpito don Vincenzo Doriano De Luca ricordando Maradona in una messa organizzata dall’associazione Le Leggende del Napoli. Nei primi banchi Corrado Ferlaino che lo acquistò, i compagni, Salvatore Bagni, Beppe Bruscolotti, Antonio Carannante, Nando De Napoli, Raffaele Di Fusco e Sandro Renica. E poi Diego Jr, il figlio napoletano di Maradona, Stefano Ceci, che è stato il rappresentante del Pibe, l’argentino Pampa Sosa, il medico Lino Russo e gli assistenti di Diego nell’ufficio di via Capece, Gianni Aiello e Cecilia Pagni. Tanti tifosi a scattare foto e a chiedere a autografi a chi scrisse quella domenica di maggio la storia. Nessun rappresentante del Napoli di oggi. «Come vincemmo? La nostra forza era l’unione: avevamo due grandi capitani, Diego e lui», sorrideva Ferlaino abbracciando Bruscolotti. L’ingegnere sarà l’ospite d’onore dell’evento che Ceci organizzerà il 5 luglio, a 38 anni dal giorno in cui Maradona mise piede a Napoli.
Il Mattino