IL RETROSCENA
L’eredità. Gli scontri legali. Le polemiche perfino contro la più prestigiosa casa d’aste al mondo. È il caos in Argentina a sedici mesi e ventuno giorni dalla morte di Maradona. Tutti contro tutti, in attesa che il tribunale faccia luce sulla sua fine, sugli errori dei medici ma anche sull’atteggiamento dei familiari che rifiutarono il ricovero in clinica e dichiararono successivamente di non aver avuto accesso nell’appartamento dov’era il padre.
L’EREDITÀ
Quando morì Maradona, venne ipotizzato un tesoro di 100 milioni di dollari. L’amministratore Sebastian Baglietto, nominato dal giudice civile Luciana Tedesco Del Rivero, non è riuscito a venire a capo dei beni che erano in possesso di Diego. Vi sono state rogatorie all’estero per individuare eventuali conti bancari. Tutto inutile. Peraltro, ai cinque eredi (i figli Dalma, Gianinna, Jana, Diego Jr e il minore Diego Fernando) potrebbero aggiungersene due, dipenderà dall’esito delle istanze di presunta paternità avanzate da Magalì Gil ed Eugenia Laprovittola (è stato necessario rifare il test del Dna perché le provette erano difettose). Bloccato per ora il progetto di demolire un appartamento a Buenos Aires, dove vivevano i genitori di Diego, per vendere il terreno, dopo che l’asta per la casa è andata deserta (erano stati chiesti 900mila dollari).
GLI SCONTRI
I figli di Maradona hanno affilato le lame per affrontare in tribunale chi a metà agosto 2020 aveva sottoscritto con Diego i contratti per la cessione del marchio (Matias Morla) e dei diritti di immagine (Stefano Ceci). Il tribunale di La Plata ha aperto un procedimento per accertare se il Pibe fosse stato soggiogato dal clan che lo assisteva in Argentina negli ultimi mesi della sua vita. La percentuale prevista dai contratti messa a disposizione degli eredi da Ceci non è stata riscossa, anche quella ottenuta dopo la transazione con un gruppo cerealicolo italiano di cui Maradona era stato l’ambasciatore presso il governo venezuelano. Vi è stata polemica da parte dei figli anche sull’iniziativa del Napoli di giocare con maglie celebrative del Capitano.
LA MAGLIA
Di pochi giorni fa l’ultima polemica, quella di Dalma Maradona con la prestigiosa casa d’aste Sotheby’s, che tra pochi giorni metterà in vendita al prezzo di 4 milioni di sterline (circa 5 milioni di euro) la maglia che il padre indossò nel secondo tempo della storica Inghilterra-Argentina ai Mondiali dell’86. Per la figlia, è la maglia del primo tempo e non del secondo (quello della Mano de Dios e del Gol del secolo), dunque non avrebbe un simile valore. Chi l’ha messa a disposizione, l’ex centrocampista inglese Hodge, e Sotheby’s sostengono il contrario.
F De Luca (Il Mattino)