Spalletti, la carica: “Siamo diventati supereroi grazie a Napoli”
Oggi la Fiorentina, Spalletti esalta i tifosi «Sono il mantello che dà poteri speciali»
Spalletti è carico più che mai per questa volata scudetto che comincia oggi al Maradona contro la Fiorentina: il tecnico azzurro non si nasconde a sette partite dalla fine.
«Dobbiamo ragionare sulle nostre possibilità e sulla corsa e farci un’idea su quello che ci aspetta. A questo punto sarebbe ridicolo non ammettere apertamente che siamo noi, Milan, Inter e Juve in lotta per il campionato e per lo scudetto. Ce lo giochiamo al di là dei risultati degli altri. Se siamo qui, nonostante tutto quello che abbiamo passato, è segno di una squadra vera. Ora tutti vogliono giocarsi questa possibilità e sono convinto che lo faranno vedere».
Il Napoli finora più squadra da trasferta, cosa deve migliorare al Maradona? «L’idea di calcio che sviluppiamo l’abbiamo fatta anche quando si è perso. Le difficoltà ci sono più fuori che in casa, perciò aver vinto quelle gare ha più valore delle sconfitte interne che sono figlie anche di qualche episodio girato contro. La classifica dice che stiamo facendo bene nel cuore dei napoletani, la cosa più importante della classifica: lo stadio pieno è un mantello che ti avvolge e può farti diventare un supereroe».
Il calcio cosa può fare per sensibilizzare contro la guerra? «Ci siamo espressi, abbiamo fatto video, detto tante cose e si può aggiungere altro perché la guerra va avanti e turba le coscienze, un veleno che cola nelle nostre case e ci impedisce di vivere serenamente. La guerra uccide per sempre chi la fa, anche rimanendo in vita».
La Fiorentina ha 20 punti in più dell’anno scorso, quali sono le insidie? «Bisogna dare merito alla società: hanno lavorato bene sul mercato, nella scelta dell’allenatore, la squadra è forte. Poi per le insidie basta ricordare la gara di coppa Italia dove ne abbiamo presi 5 in casa: ti vengono addosso, gestiscono palla, fanno un calcio veloce, con pressioni alte e avvolgimento di gioco sugli esterni: partita difficilissima ma sappiamo quello che dobbiamo fare e proveremo a vincerla».
Come si diventa supereroi: conterà più l’aspetto tattico o psicologico? «La resilienza fa la differenza, mettersi sempre in gioco, ripartire, giorno dopo giorno. Noi dobbiamo tentare di vincere queste sette partite, poi dipenderà dalle situazioni, dalle qualità degli avversari, ma abbiamo chiaro il nostro cammino da qui alla fine. Lo scudetto si può vincere e non vincere, dobbiamo vivere serenamente questo periodo: al di là di come andrà è stata e sarà una storia bellissima. Nessuno potrà parlare di fallimento perché la Champions è un obiettivo: i nostri calciatori sanno però cosa vogliono e lo faranno vedere, poi se sarà sufficiente e dipenderà da noi lo vedremo strada facendo».
Rrahmani è recuperabile? «Ha un leggero stato influenzale: è disponibile, è una precauzione quella che ci siamo presi e ora vediamo come si sviluppa. Al momento è convocabile».
Crede di meritare lo scudetto più dei suoi colleghi? «Penso di no, lo merita anche Pioli, Inzaghi e Allegri per la corsa che hanno fatto: ho il 33%, anzi di meno perché sono dietro di un punto al Milan. Lo meriterebbe il sentimento dei tifosi del Napoli per la passione con cui vivono il calcio e ci trasferiscono ogni giorno».
Come sta Osimhen? «Sta bene, a inizio settimana c’è stato questo avvertimento in una partitina e abbiamo preferito farlo staccare per precauzione. Osimhen è importantissimo, non lo spingete troppo: non soffiate sempre, deve stare in un gioco corale e di squadra».
Lobotka è il faro? «Il play forte è quello che ti dà soluzioni, sbocchi, il gioco di squadra, ma anche qui è facile ricordare che non sempre c’è stato perché ha avuto infortuni: c’era Demme che è stato spesso il migliore in campo».
Qual è il suo sogno? «Facilissimo da esprimere, ma non si dice, quello degli altri altrettanto facile da capire nello spogliatoio».
Come mai Mertens ha avuto poco spazio? «È colpa mia, lui meriterebbe di giocare tutte le gare: sono convinto che ha dato un contributo importante se siamo con questa classifica, ma deve ancora dare il meglio da qui alla fine».
C’è stato un momento negativo in cui ha pensato che ce l’avrebbe fatta a prescindere? «La convinzione di avere un gruppo di calciatori che poteva dire la sua in un campionato difficile e poteva andare a collocarci in un piano alto del condominio l’ho sempre avuta. Il momento in cui ci ha creduto di più? Questo, ora».
Fonte: Il Mattino