Per Koulibaly, simbolo della lotta al razzismo, sarà fatta giustizia
A Bergamo domenica, durante e dopo la gara fra Atalanta e Napoli, si sono uditi i soliti cori e ululati all’indirizzo del difensore azzurro Kalidou Koulibaly, ma stavolta non finirà tutto nel dimenticatoio, come scrive oggi Il Mattino. “Fuori dagli stadi. Il giudice sportivo, ieri, ha mandato un altro segnale a tutti. Per primo, al becerume che prende posto sugli spalti degli stadi pensando di poter dire e fare quello che gli pare. Ma anche ai club, che è un bene che si diano da fare a collaborare per individuare gli odiatori razzisti. Il mondo del pallone non invoca più la giusta distanza e non si tiene lontano: entra a piedi uniti. Il giudice sportivo Mastrandrea ha deciso di dare una carezza all’Atalanta (8mila euro per i cori prima della partita) e poi ha calato il pugno sul tavolo, invocando un supplemento di indagine che «specifichi nel dettaglio la collaborazione della Società Atalanta per l’individuazione dei responsabili, acquisiti se del caso elementi dai responsabili dell’ordine pubblico». Dunque, Koulibaly su questo sarà contento: è uno dei simboli della serie A nella lotta al razzismo nello stadio, come lo è stato per anni Thuram. E la Lega ora non si limita più alle sanzioni ma vuole che vengano individuati i razzisti da stadio e messi alla porta. Come è successo propria nella gara di andata tra Fiorentina e Napoli quando l’autore di quello «scimmia di m…» ha avuto un Daspo di cinque anni. E nonostante l’invito del difensore del Napoli a incontrarlo, attraverso il suo avvocato – probabilmente per la vergogna – non ha neppure chiesto scusa di persona. Ma poco importa: quel che conta è che non metta più piede in uno stadio. Ed è quello che anche la Lega – guidata da qualche settimana da Lorenzo Casini – spinge a fare. Anche il sindaco di Bergamo, Gori, si è sentito in dovere di chiedere scusa per il comportamento di pochi tifosi”.