Il caos Var fa perdere la credibilità e la fiducia nel calcio

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Esiste da oltre cinque anni e non convince perché non dà certezze a calciatori, allenatori e tifosi. Il Var è oggetto di discussione da quando venne introdotto nel 2017, con la polemica di Buffon che protestò per un rigore contro la Juve: «Il calcio non è la pallanuoto». La sinergia tra chi è in campo a fischiare e chi si trova in sala tv pronto per richiamare eventualmente il collega è il nervo scoperto per il designatore Rocchi. Ci sono polemiche praticamente in ogni giornata, l’ultima per il rigore negato a Belotti in Torino-Inter: fallo netto di Ranocchia sfuggito all’arbitro Guida, non richiamato da Massa anche se era evidente l’intervento sulla gamba. Il Var avrebbe dovuto aiutare gli arbitri e far abbassare i toni, con interpretazioni pressoché oggettive, dato che gli occhi su un’azione non sono più due e l’azione può essere rivista al monitor. Invece, è rimasto un eccessivo margine di discrezionalità dell’addetto al Var. Come si potrebbe migliorare questo meccanismo, che comunque mai riuscirà ad essere perfetto? Magari con il challenge, dando agli allenatori la possibilità di chiedere all’arbitro di andare ad osservare un paio di episodi dubbi. È auspicabile che nella fase decisiva del campionato vi siano meno contestazioni. In caso contrario, altro che polemiche per il Mondiale fallito. Fonte: Il Mattino

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