Nell’Italia del calcio è stato mortificato un autentico patrimonio, quello dei vivai

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Il ct dell’Under 21 Nicolato ha fatto nei giorni scorsi un condivisibile ragionamento sui giovani oscurati in serie A. Lo ha sostenuto anche Gravina, ricordando che la percentuale di italiani nelle formazioni Primavera è del 30 per cento (e in serie A la presenza straniera arriva fino al 62 per cento). Bene, fatta questa dolorosa presa d’atto cosa si può fare affinché i giovani abbiano più spazio nei club? In un’intervista rilasciata a Radio Punto Nuovo l’ex presidente federale Carraro ha sottolineato la necessità di «un grande lavoro da avviare sul piano tecnico, organizzativo e legislativo». Dunque, in qualche modo la percentuale di giovani italiani va imposta a club che guardano molto all’estero e chissà se per ragioni tecniche o per questioni di bilancio. Guardiamo spesso ai modelli stranieri, provando a imitarli, non sempre riuscendovi. L’esperimento della seconda squadra in una categoria inferiore non ha funzionato per far giocare i giovani: solo la Juve ha iscritto una formazione al campionato di serie C. Ci vorrebbero anche allenatori più coraggiosi. Lippi è diventato Lippi anche perché a Napoli promosse titolari i ventenni Cannavaro e Pecchia. Fonte: Il mattino

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