Amarcord – Rubrica di Stefano Iaconis: “Ritorno al futuro”

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Capimmo immediatamente che sarebbe stata una storia lunga ed indimenticabile. Una storia che sarebbe durata quasi un ventennio. Che ancora continua. Lo capimmo quel giorno ad Udine, seconda di campionato della stagione 2007. La prima in trasferta in serie A. Dopo un purgatorio che pareva interminabile. La prima in assoluto non era andata benissimo. All’esordio, al San Paolo, il Cagliari era passato agevolmente. Uscendo dallo stadio volti cupi, oscuri, sebbene fosse l’ ultima settimana di agosto. Sebbene il caldo fosse ancora feroce ed il sole brillasse infinito. Infinito come il Napoli della settimana seguente. Ad Udine. Dove il destino aprì la sua porta. E non chiuse più. Un uragano estivo, quel Napoli. Un vento impetuoso che passò sul Friuli, cancellando con rabbia anni di anonima sofferenza. Zero a cinque. Ritornammo nella massima divisione squillando trombe. Zalayeta, un dioscuro d’ebano, a segno due volte, Domizzi, il rigorista alla bisogna, dalle movenze torpide, che si trasformò in un falco predatore sotto misura, e Sosa, di rapina, un gol dei suoi. Le mani di Iezzo a fermare l’inossidabile Quagliarella, con gli azzurri in vantaggio uno a zero: una parata prodigiosa su una sassata scagliata dopo una punizione dal limite. E poi Lavezzi. Scatenato. Imprendibile. Due assist, ed un gol dei suoi. Dribbling secco in area e sinistro a gonfiare letteralmente la rete. Un pomeriggio sontuoso. Il primo dei tanti. Quelli che vennero poi. Che verranno ancora. Fino a che morte non ci separi.

Factory della Comunicazione

Stefano Iaconis

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