Giudice Sportivo: segnale forte contro il razzismo

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Spesso il giudice si è comportato in modo diverso: rilevando l’infrazione, certo, ma senza applicare subito la sanzione (le porte chiuse), sottoponendo quindi la società a un periodo di prova di un anno. In caso di altro episodio entro i dodici mesi, i turni da scontare a porte chiuse si sommano e diventano due: questa la prassi, almeno fino a ieri. Valga l’esempio di Roma-Milan del 31 ottobre: i cori razzisti partiti dalla Sud giallorossa nei confronti di Ibrahimovic e Kessie furono oggetto della “pena sospesa” ai sensi dell’art. 28 comma 7 del Codice di Giustizia Sportiva. Regole alla mano, si parla infatti di facoltà degli organi che «possono sospendere l’esecuzione delle sanzioni disciplinari» secondo una valutazione soggettiva. Nel caso di Verona-Napoli si è voluto dare subito un segnale forte e inequivocabile. E il motivo ha a che fare probabilmente con lo striscione della vergogna firmato dal gruppo organizzato della Curva gialloblù: le coordinate per bombardare Napoli, con tanto di bandierine di Russia e Ucraina, hanno fatto il giro del mondo.

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Fonte: A. Giordano (Cds)

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