Il professor Francesco Fimmanò, ex membro della Corte d’Appello FIGC e vicepresidente della Corte dei Conti, è intervenuto a “Si gonfia la rete” per parlare del “caso plusvalenze”:
“Presunte plusvalenze del Napoli? C’è un po’ di confusione. Le sanzioni possono essere anche pesantissime, come la radiazione ma bisogna verificare la finalità a cui sono dirette. Nella fattispecie, le sanzioni gravissime sono dirette a plusvalenze funzionali a iscrivere la squadra al campionato. Ma questo tipo di problema il Napoli non ce l’ha, non ha avuto vantaggi di ordinamento sportivo. Perché si fa? Il ragionamento è generale. Si è verificato che ci sono indizi di plusvalenze fittizie, però c’è una seconda parte di ragionamento. E’ evidente che alcune squadre sappiamo avere una situazione molto critica. Lì c’è una frode sportiva perché stimoli una situazione che non hai.
Ovviamente ci sono temi di natura fiscale, della parziale inesistenza di una prestazione. Non sono legittime comunque. Non so perché si facciano. La vicenda del Napoli è legata a Osimhen, non vorrei che il problema fosse stato dall’altro lato. Se tu simuli un’operazione che non c’è non è una mossa a cui battere le mani ma l’elemento sportivo sta nel capire se questa cosa è diretta a una violazione. L’ordinamento sportivo è autonomo in base al Decreto Salvacalcio. Che questa sia una condotta poco commendevole su altri piani questo è un altro discorso. Se uno non può iscriversi al campionato è un fatto diverso
Iervolino? Un approccio industriale non potrà che fare bene. Sarà una sua ennesima scommessa vinta. Il tema della retrocessione è importante ma relativo, la piazza è molto molto valida”.