Xavi, la sicurezza: “Occorre vincere e ci dobbiamo riuscire”
Xavi sembra esattamente l’uomo giusto atterrato sul pianeta Barcellona. I risultati del suo nuovo corso sono sotto gli occhi di tutti, e non solo quelli. Alla vigilia di Napoli-Barcellona mette subito le cose in chiaro.
Che partita sarà? «Una guerra».
In che senso? «Noi dovremo dominare la gara con grande pressing e possesso palla. Ma dall’altra parte ci sarà un Napoli deciso a fare la sua parte e chiuderlo nella loro metà campo sarà una bella impresa perché è una squadra fisicamente molto forte e ben attrezzata. Noi ci dobbiamo riuscire. Noi dobbiamo vincere perché vogliamo dimostrare di potercela giocare contro una squadra come il Napoli che tutti dicono sia una grande squadra: una squadra da Champions. Non è certo un caso se loro sono in corsa per la vittoria dello Scudetto».
Lei parla sempre di finali: anche quella di stasera lo sarà? «Certamente. E non avendo fatto bene i compiti a casa dobbiamo giocarcela tutta qui».
Cosa vi ha lasciato la gara di andata? «Innanzitutto noi stasera giocheremo come se avessimo vinto al Camp Nou. Poi proveremo a imporre il possesso palla come da nostra tradizione. Per portare a casa il risultato e il passaggio del turno dovremo giocare con la nostra solita personalità. Se giochiamo ai livelli delle ultime gare abbiamo ottime possibilità di passare il turno All’andata abbiamo giocato bene, ma il pareggio è stato insufficiente. Cercheremo di creare più occasioni possibili e portare una pressione alta. Sappiamo che questa partita per il Barcellona rappresenta l’occasione di dimostrare il nostro valore. Di una cosa sono sicuro: dobbiamo vincere. E anche se sarà difficile noi siamo motivati e vogliamo dimostrare di potercela fare ».
Cosa vuol dire giocare nello stadio intitolato a Maradona? «Sicuramente un grande onore. Ancora ci emozioniamo guardando i suoi video. E se non ci fosse stato Messi staremmo parlando ancora del miglior giocatore di tutti i tempi. Certo, Diego lo è stato nella sua epoca e ha segnato un periodo storico del calcio. Quanto allo stadio: sono sicuro che il Napoli potrà contare sulla grande spinta da parte di un pubblico molto importante».
Un’eliminazione sarebbe vista come una catastrofe nel mondo Barcellona? «Di sicuro rappresenterebbe una grande delusione. Anche se non è la Champions, vogliamo dimostrare di poter competere anche in questa competizione contro una squadra fortissima e molto ben attrezzata come è il Napoli».
State avendo difficoltà soprattutto nelle gare in trasferta: come mai? «Dobbiamo tornare ad avere quell’idea di gioco che ci ha caratterizzato per anni».
Ovvero? «Giocare sempre con la palla tra i piedi, avere una linea difensiva molto alta e portare una pressione a tutto campo. Questo è quello che dobbiamo migliorare in Spagna e in Europa. Una cosa è certa: siamo sulla buona strada e stiamo migliorando partita dopo partita».
Nico, Gavi, Araujo: la filosofia dei giovani cresciuti nella Cantera non è tramontata: qual è il vostro segreto? «Sappiamo che i giocatori cresciuti in casa possono dare sempre qualcosa di più. Ogni nostro successo è nato ed è stato costruito puntando molto sulla Cantera. È vero, lavoriamo molto bene con i giovani e abbiamo giocatori di 17-18 anni che in campo fanno già la differenza».
A proposito di singoli: come sta vivendo questo momento Dembelé?«Innanzitutto lo vedo felice. Non ho mai avuto problemi con lui. Si sta allenando bene e con il gruppo si trova alla grande. Si sta comportando da vero professionista».
Ha parlato di filosofia: qual è la sua preferita per vincere le partite?
«Io preferirei sempre giocare bene e vincere. Accompagnare un buon gioco a un buono risultato, anche se sono il primo a sapere che non sempre ciò può avvenire».
B. Majorano (Il Mattino)