L’Inter, la squadra rivale nella corsa per lo scudetto e quel pizzico di voglia di rivincita mai ammessa. Il Napoli di Spalletti è in corsia di sorpasso, conta solo quello. Dopo Milano, due anni da disoccupato di lusso, prima della grande avventura al Napoli. Ha colpito per la sua flemma britannica. Gattuso parlava alla pancia, Spalletti si rivolge ai neuroni dei calciatori. Il sorpasso a Inzaghi non è solo un sogno, è una missione: all’andata senza gli errori di Mertens e Mario Rui, sarebbe arrivato un pareggio. Il Napoli arrivò a quella notte da capolista, con sette punti di vantaggio. E perse pure Osimhen. La rimonta nerazzurra iniziò quel giorno. È sereno, perché nel mirino ha il primo posto, ma sa che l’obiettivo principale che deve centrare è il ritorno in Champions. Sorridere, anche a denti stretti, è la parola d’ordine. Dall’ altro lato gli hanno rimproverato di tutto: i flop di Candreva, Nainggolan e Perisic. Lui si è rialzato ogni volta. Perché Spalletti è uomo tutto di un pezzo, ma quell’esonero gli brucia. E sabato sera ha l’occasione di togliersi un bel sassolino della scarpa. Il reietto che fa scendere dal piedistallo la prima della classe. Per mettersi al suo posto. Una vendetta, certo. Dolce.
Il Mattino
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