Tutti al debutto. Il bello di questa serie A, dove Inter, Milan e Napoli sono raccolti in 4 punti (con l’Inter che deve recuperare la gara con il Bologna) è lo straordinario appetito dei tre allenatori che la guidano. Certo, Inzaghi e Pioli, lo scudetto lo hanno vinto da calciatori. Il primo alla Lazio, nel 2000, il secondo nella stagione 84/85 quando collezionò 14 presenze nella Juventus campione. Inzaghi, Pioli e Spalletti sono figli di tre generazioni diverse: Simone è il più piccolo, classe 1976, Pioli ha 57 anni mentre Lucio si avvia verso i 63 anni. Un attaccante, uno stopper e un centrocampista. Non si somigliano per nulla i tre. C’è poco da fare. Nel gioco, nei modi di fare. Certo, il più atteso dei tre è il piccolo Inzaghi, anche perché tra le mani ha una corazzata vera e propria. A pochi metri milanesi da lui, ecco Pioli: ha il fisico del ruolo, sa gestire i momenti di difficoltà e gioca un calcio molto offensivo. Poi c’è lui, Luciano Spalletti che dopo due anni in naftalina sembra avere una voglia dannata di voler sbranare il mondo. Non è ancora una volata a tre, c’è tempo, ci vuole pazienza, ci sono ancora un bel po’ di salite da qui al traguardo. Il gruppo dei tre senza scudetto mai come quest’anno ha avuto la necessità di aguzzare l’ingegno, dovendo fare i conti ogni volta con tamponi, positivi e formazioni da rifare anche all’ultimo secondo. Quello che dei tre ha sfiorato lo scudetto è stato Spalletti e con la sua Roma lo avrebbe pure meritato, lottando punto a punto contro la corazzata Inter, allenata allora da Roberto Mancini.
Il Mattino