Il Napoli devastante di inizio stagione, solo contro il Torino; all’ottava di campionato meno di due gol, una sola volta in bianco, con la Roma; prima di imbattersi, ma questa è storia recente, nel black-out con l’Empoli e con lo Spezia, ha chiaramente cambiato pelle; ha finito per infrangersi contro la maledizione di questo bimestre alle spalle, che da San Siro in poi, gara con l’Inter, gli ha tolto (anche) Osimhen: i nove gol complessivi del nigeriano sono stati pesanti e la sua fisicità; il suo atletismo, la sua specificità hanno sottratto a Spalletti più opzioni di gioco.
A campo largo ma anche negli spazi stretti, che il nigeriano sa come affrontare. Osimhen ha dovuto rinunciare ad undici partite, dall’infortunio in poi (ne aveva saltate una per squalifica alla seconda con il Genoa; un’altra per affaticamento a Salerno): nelle ultime cinque giornate, l’attacco ha scoperto difficoltà che non gli sono mai appartenute, tre sole reti. Tac, è l’ora di Osimhen.
Fonte: CdS