Nel grande caos di ieri in città – tra le decisioni delle Asl, i pullman in partenza, le prove di formazione – Insigne si è preso l’abbraccio dei suoi tifosi: tanti quelli che ieri hanno aspettato (nell’incognita più totale) la squadra allo Stadio Maradona, punto di ritrovo e partenza verso Capodichino, quindi Torino. Lorenzo è arrivato in auto, subito circondato da quelli che – nonostante tutto – restano i suoi tifosi: pochi i mugugni, tanti gli applausi, ancor di più le richieste. «Vinciamo» è la parola d’ordine, «Mi raccomando, segna» è la speranza di qualcuno. Un gol in campo, stasera, sarebbe importante e non solo perché di fronte c’è la Juventus, rivale di sempre a casa sua.
Insigne aspetta una rete che lo aiuti a eguagliare Diego Armando Maradona, il mito di sempre, tatuato sulla coscia sinistra, fermo in classifica un gol più su: 114 a 115. Uno scalino solo, ma ripido e avvincente, come sarà il match di questa sera a Torino. Non ha potuto godersi l’abbraccio Lorenzo, forse anche un po’ spaventato da quella calca affannata e vogliosa. Dopo le immagini di Roma e della firma col Toronto Fc, non sa ancora cosa aspettarsi da una piazza che però vede nella Juventus la partita dell’anno. E nel Napoli una squadra coraggiosa: troppe assenze, persino quella di Spalletti anche lui positivo. Il toscano ha guidato il lavoro da lontano nelle ultime ore e nelle sue idee nessuno ha tolto il posto a Insigne in campo: lui ci sarà.
Fonte: Il Mattino