Mario Macalli si scontrò spesso con le idee di De Laurentiis

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Il ragioniere​ Mario Macalli​ da Crema, scomparso domenica 2 gennaio, è stato a capo della Lega di serie C per diciotto anni. Un’altra epoca, un altro mondo. Nel quale – dopo il fallimento dell’estate 2004 – finì anche il Napoli per la prima volta nella sua storia e fu un inferno durato due anni, fino alla promozione del 2006 in serie B. Anziché essere orgoglioso della presenza del club azzurro, costretto dal Lodo Petrucci a ripartire dalla categoria inferiore rispetto a quella in cui giocava prima del fallimento, Macalli si scontrò spesso con le idee di De Laurentiis. Non solo. Respinse la richiesta – chiaramente una mozione affettiva – di non far indossare la maglia numero 10 a un calciatore del Napoli ribadendo la regola della numerazione da 1 a 11 in serie C. La maglia​ numero 10, quella di Maradona, era stata ritirata dal Napoli nell’agosto 2000, dopo il ritorno in serie A. Lo comunicò Baldini, il capitano della squadra allenata da Zeman, ai cronisti presenti nel ritiro di Fiuggi. La 10 ricomparve negli anni della serie C, la mise spesso il centrocampista uruguaiano Bogliacino ma l’ultimo ad indossarla fu un argentino, El Pampa Sosa, nella partita della promozione contro il Perugia. Quando è emerso Insigne, si è riaperto il dibattito sulla 10. C’era chi riteneva che fosse giusto assegnarla al napoletano del Napoli, diventato poi capitano dopo la partenza di Hamsik, lo stesso Maradona non pose preclusioni e anzi il suo abbraccio a Lorenzo nello spogliatoio di Castel Volturno cinque anni fa sembrò quasi un’investitura. Ma visto come sta finendo la storia tra Insigne e il Napoli è stato​ meglio che la 10 sia rimasta in bacheca e che Lorenzo continui a indossare la 24 fino alla fine dei suoi giorni azzurri. Macalli, per la verità, si segnalò non solo per quella rigida applicazione regolamentare sui numeri delle maglie. I suoi discorsi sul Napoli fecero molto discutere. In particolare uno, il commento sulle proteste di dirigenti e giocatori per l’arbitraggio di Velotto della partita con la Torres nel 2005. Macalli, anziché fare una dichiarazione​ diplomatica come avrebbero fatto i colleghi presidenti delle altre Leghe, attaccò:​ «I calci della Torres? Fossi stato in De Laurentiis, avrei preso a calci i suoi giocatori per gi errori che hanno commesso. I due gol negati? Il secondo tempo del Napoli è stato scandaloso contro una squadra scarsa». Nella primavera 2006 si separarono le​ “strade” di Macalli e della squadra azzurra, progressivamente tornata ai suoi livelli, prima in serie B e poi ai vertici della serie A.

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F. De Luca Il mattino

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