SuperNews ha intervistato Emanuele Berrettoni, ex giocatore, tra le tante, di Lazio, Perugia, Catania, Verona e Napoli.
Trequartista spesso impiegato come seconda punta o ala, il classe 1981 inizia la sua carriera nella Lazio, con cui vince un Campionato Primavera nel 2000/2001, sotto la guida del tecnico Sven-Göran Eriksson, e anche la Supercoppa Italiana nel 2000.
Dopodiché, milita in in altri 12 club tra Serie A e C, chiudendo la sua carriera nel 2019 con il Pordenone, di cui oggi é il direttore sportivo.
Ai nostri microfoni, Berrettoni ricorda alcuni momenti del suo passato calcistico, rivolgendo sempre uno sguardo all’attuale Serie A e alle sue protagoniste, sul calciomercato e sui suoi ex club.
Emanuele, sembra quasi cosa fatta l’addio di Insigne al Napoli, dopo ben 10 anni. L’attaccante non si sarebbe fatto sfuggire un’importante offerta del Toronto. Che ne pensi di questo addio e delle sue modalità? Chi ci perde di più, la società o il giocatore?
Se davvero Insigne dovesse andar via, ci perderebbero tutti: ci perderebbe il Napoli, ci perderebbe Insigne, ci perderebbe la città intera. E’ il capitano della squadra, é un punto di riferimento importante. Non conosco le dinamiche interne di questa faccenda, ma dal mio punto di vista, in questo caso quello di un amante del calcio, per l’Italia perdere un giocatore come Lorenzo Insigne sarebbe un peccato. Mi dispiacerebbe davvero non vederlo giocare nel nostro campionato.
Oggi sei il ds del Pordenone, che in Serie B si trova penultimo in classifica. E a cosa é dovuta la posizione in classifica del Pordenone, quest’anno? E qual é attualmente l’obiettivo della società e della squadra?
Se la situazione é questa, sicuramente sono stati fatti degli errori, anche importanti, in primis da parte dell’area sportiva e societaria, ma anche da parte degli stessi giocatori. Le colpe sono di tutti. Soprattutto inizialmente abbiamo fatto delle prestazioni al di sotto delle nostre possibilità. Devo dire, però, che nelle ultime 10 partite la squadra se l’è giocata con tutte, anche se qualche episodio e qualche ingenuità ci hanno impedito di portare a casa il risultato pieno. Nelle ultime partite c’è stato un cambiamento, e adesso speriamo, con il mercato di gennaio, di riuscire a raggiungere il nostro obiettivo, che ad oggi sono i playout.
Se dovessi scegliere, per ogni big del campionato, un giocatore imprescindibile per la rosa, quale sceglieresti?
Per il Napoli Osimhen, per il Milan Ibrahimovic. Credo che l’Inter senza Brozovic quest’anno avrebbe fatto più fatica. Per quanto riguarda la Juventus, io non fare mai a meno di Allegri. E’ un bravo allenatore. Molti ritengono che non stia facendo una grande annata, ma bisogna considerare che lo scorso anno, a questo punto della stagione, con la Juve Ronaldo aveva già messo a segno 15-16 gol, e quest’anno ad Allegri mancano quei gol, che garantirebbero ai bianconeri 7-8 punti in più come minimo. Questi dati devono essere tenuti in considerazione nel calcio.
Ti piace la Lazio di Sarri? Qual é il tuo personale giudizio sulla rosa, sui risultati ottenuti fino ad ora e sulla gestione delle partite?
Non amo giudicare il lavoro altrui, perché per capire a fondo le cose bisogna sempre vederle dall’interno. La mia personale opinione é che Sarri ha ereditato una squadra abituata a giocare in un determinato modo, e a quello stesso gruppo adesso il tecnico sta cercando di trasmettere la sua concezione di calcio. Per questo, ci vorrà un po’ di pazienza perché attecchisca la sua mentalità. Ciò non toglie che la Lazio sia un club di assoluto valore, con giocatori importanti per la Serie A ma anche per il panorama internazionale. I biancocelesti sono forti e hanno bisogno di portare avanti un percorso. Sarri ha rinnovato, quindi la società sarà contenta dei risultati raggiunti.
Fonte: Super News