Negli ultimi 20 anni Stefano Ceci è stato il braccio destro di Diego Armando Maradona. Manager, ma soprattutto amico: quasi un fratello. Ecco perché anche il rapporto con Hugo era diventato strettissimo. I due si cercavano e si volevano bene. Dopo la morte di Diego, infatti, lo stesso Ceci si era iniziato ad interessare delle condizioni di Hugo, lo aiutava e i due erano costantemente in contatto.
Poi ieri mattina la tragica notizia…«Per me è stato un colpo durissimo. Sapevo che non stava benissimo e che aveva avuto dei problemi di salute, ma non potevo immaginare a una fine così rapida e inattesa, anzi».
Ci dica. «Lo avevo invitato qui a Dubai per la consegna a Lewandowski del premio intitolato a Diego in occasione del Global soccer awards, ma mi aveva detto che aveva in programma un ricovero in ospedale per accertamenti».
Che rapporto avevate? «Ho conosciuto Hugo una decina di anni fa. E se Diego era un buono, Hugo era la bontà. Si vedeva subito che avevano lo stesso Dna. Tutto quello che si potrebbe dire su Hugo sarebbe superfluo e potrebbero sembrare frasi fatte, ma non è così. Lo avevo inserito nel brand di Diego che stavamo iniziando a raccontare degli aneddoti sulla pagina social di Maradona. Gli avevo anche proposto di scrivere un libro sul fratello, perché nessuno come lui avrebbe potuto raccontare il Maradona familiare. Io poi lo avevo coinvolto anche per tenerlo attivo, dal momento che non stava bene già il giorno dell’inaugurazione della statua allo stadio di Napoli».
Ovvero? «Quella sera, quando siamo scesi negli spogliatoi, ho visto che arrancava, faceva fatica. Si vedeva chiaramente che non si sentiva tanto bene».
Che rapporti aveva Hugo con il resto della famiglia? «Nessun tipo di problema né con la sorella né il fratello Lalo. Gli unici problemi li aveva con i figli di Diego».
Come mai? «Tutta colpa del denaro: quando ci sono interessi economici le persone non guardano più in faccia a niente e a nessuno. Si perde la serenità e l’essere umani. Anche se dall’altra parte c’era uno come Hugo che era buonissimo».
E lui come la viveva? «In maniera serenissima perché a lui interessava solo di suo fratello Diego. Sapeva tutto di chi fossero i figli per Diego e tra loro due c’era un rapporto ottimo, un rapporto di amore sincero e profondo. Erano due persone schiette, si dicevano tutto senza peli sulla lingua: proprio come dovrebbe essere il rapporto tra due fratelli».
E ora lei cosa si aspetta da parte dei figli di Diego? «Di sicuro mi aspetto un gesto di affetto nei suoi confronti. Basti pensare che Giannina è la figlioccia di Hugo. Ecco perché vorrei che almeno ora, dopo la sua morte, ci fosse un riavvicinamento quantomeno emotivo. Le guerre non portano a nulla. Queste beghe non le ho mai capite né condivise. Hanno attaccato anche me che sono stato 20 anni vicino a Diego, ma per lui era brutto, perché erano fratelli».
B. Majorano (Il Mattino)