Se ne riparlerà di nuovo a marzo. Di sicuro, la faccenda non è ancora conclusa. Perché è stata accolta la richiesta di sospensione del lodo arbitrale di Hysaj, condannato poche settimane fa dal collegio arbitrale presieduto dall’avvocato Luca Fabrizio, a pagare 40 mila euro al club azzurro. Un ricorso il cui esito non era affatto scontato. Il collegio composto da Luca Fabrizio, Bruno Piacci (l’arbitro scelto dal Napoli) e Francesco Macrì (scelto da Hysaj e dalla Marat di Mario Giuffredi) depositò a fine novembre la decisione che ridimensionava la richiesta del Napoli che voleva una multa di 61 mila euro e che invece viene fissata in 40 mila euro.
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Perché è vero che ha preso parte alla sommossa ma “non è indicato tra i promotori (o istigatori) dell’ammutinamento, non risulta che abbia offeso i dirigenti e non tentò di aggredire fisicamente i dirigenti”. Non solo. «Dopo l’episodio si attenne scrupolosamente a tutte le altre direttive societarie e dell’allenatore», si legge nella sentenza. In queste ore lo staff legale che assiste l’albanese sta valutando se ci sono le condizioni (complicatissimo) per impugnare il lodo al tribunale civile.
Un provvedimento che riconosceva ai vertici del club la titolarità a poter ordinare un ritiro, perché è dei vertici “il rischio imprenditoriale” e quindi non solo l’allenatore può ordinare un ritiro (era la tesi difensiva di Hysaj). Il collegio spiegava anche che la decisione di mandare tutti a Castel Volturno non aveva «intento discriminatorio-persecutorio».