“Il Mattino” vota il Napoli divora/Leicester con un Piotr assai ispirato e un Mario Rui con personalità
Il Napoli si divora il Leicester, magari in modo poco spettacolare ma ugualmente impressionante per solidità, ordine, virile applicazione, podismo, energia, cuore, nervi, tutto. La squadra inglese va a sbattere nella ripresa contro un blocco di granito che non molla un filo d’erba fino al 90’, non lasciando speranze agli avversari né elementi al caso. Senza le sventure nelle due mischie del primo tempo, con l’errore di Rrhamani e poi quello di Demme magari la qualificazione sarebbe arrivata lo stesso, ma senza questo sapore speciale. Una vittoria che vale i sedicesimi di Europa League, certo, nulla di chissà cosa, ma è in quel 4-2-3-1 pieno zeppo di gregari che strapazza c’è tutto il Napoli di quest’anno. Che può sognare qualsiasi cosa.
6 Meret
Reattivo, salva in coabitazione con Mario Rui su Dewsbury Hall. Blocca diversi palloni con sicurezza. Non può nulla sulla rete di Evans, mentre sul gol di Dewsbury Hall vede tardi il pallone ma scende con una certa lentezza. Poteva fare di più. Graziato da Maddison sullo svarione di Di Lorenzo.
7 Di Lorenzo
Barnes è cliente complesso: i movimenti a fisarmonica fatti a campo aperto creano più di una difficoltà, con più di una conclusione concessa. Fa un movimento sul terzo gol da esterno d’attacco puro. Amnesia da film horror ma Maddison lo grazia. Finisce la gara da mediano.
6 Rrahmani
Si traveste da Koulibaly quando si immola su Ndidi nel cuore dell’area di rigore. Il duello con Vardy è tosto, perché l’inglese è veloce. Il centrale kosovaro, però, mostra la giusta velocità. Evans lo anticipa in occasione del 2-1 del Leicester e non è impeccabile. Poi recupera e tiene tutti a bada.
6 Juan Jesus
Si muove su Dewsbury Hall cercando di limitare il raggio d’azione della seconda punta, non appare sicuro nelle situazioni di palla inattiva poi nella ripresa quando gli inglesi cominciano ad assaltare il fortino lui ha una sola disattenzione simile a quella commessa con l’Atalanta.
7 Mario Rui
Fondamentale in avvio di gara: ben piazzato sulla linea di porta, salva su Dewsbury Hall supporta Meret con il piattone. Preciso nelle chiusure su Castagne, poi diventa quasi eroico nel respingere di testa ogni pallone che arriva in area. Con personalità e precisione.
6,5 Demme
Sembra di vederne due in campo: si sdoppia per cercare sempre di esser vicino alla palla. Rodgers gli piazza addosso Dewsbury Hall: l’italo-tedesco trova lo spazio per qualche interessante proposta offensiva. Qualche errore perdonabiile. Va fuori perché in affanno e pure perché ammonito.
7,5 Zielinski
Le idee partono tutte da lui. Impressiona quando è ispirato Entra in entrambe le reti del Napoli del primo tempo. Soprattutto nel secondo gol, apre il campo per Petagna, risucchiando in un imbuto la scoperta difesa inglese. Vince il duello con Tielemans in maniera super.
5,5 Lozano
Manca il brio, il guizzo: pochi i veri spunti prima di farsi male, Bertrand gli prende ben presto le misure e non aiuta Di Lorenzo su Barnes. Regala la punizione per un fallo su Bartrand da cui nasce il 2-1. Scivola in maniera sventurata e sbatte con la faccia e il naso sul ginocchio di Ndidi.
6,5 Ounas
Firma il primo gol stagionale con un ottimo diagonale, lavora alle spalle, ma anche in copertura, su un gran centrocampista come Ndidi e riesce a trovare sempre spazi importanti. Poi talvolta si addormenta col pallone ma non per gli eccessi di ozio quanto per la voglia di strafare. Che non è mai buona consigliera.
7,5 Elmas
Il primo è facile facile, ma il secondo è strepitoso come il duello con Castagne che lo vede spesso vincitore: sempre nel vivo del gioco, sporca la sua partita con il rinvio sbilenco sul primo gol del Leicester e non sempre trova continuità nella sua azione. Ma il terzo gol azzurro è come un Gronchi rosa.
7,5 Petagna
Assist per Elmas, tipo “grazie amico” ma entra anche nell’azione del primo gol in modo fortunoso ed è smagliante nella serata in cui i compagni hanno scarsa reattività quando ci sono sviluppi da palla ferma. Fa scalare la squadra, tiene palla, lavora sporco e poi quando è il momento anche di fino e di classe.
6 Malcuit
Nella complicatissima situazione, mette una pezza piazziandosi alto a destra, esattamente al posto di Lozano. Ma poi è una sorta di pendolino, perché quando il Leicester spinge lui si abbassa sulla linea dei difensori con Di Lorenzo che scala centralmente. Dilapida il gol del 4-2.
6 Mertens
La sua gara inizia al 62’ quando la squadra si tramuta in una specie di legione romana, compatta nel difendere e rapida nel ripartire. Illumina in una serie di ripartenze, quando ha palla lui è in cassaforte anche se non ha mai occasioni per andare al tiro e chiudere la partita con una delle sue meraviglie.
6 Manolas
Certo, sono quei cambi vecchia maniera: un bel difensore in più là nel mezzo per resistere. La difesa col greco passa ovviamente a 3, e anche lui si danna disperatamente per chiudere varchi e possibilità di incursione agli inglesi che spingono con disordine. Alla fine anche lui mette la sua bandiera.
7,5 Spalletti
Inizia con il 4-2-3-1 e finisce con la difesa a tre e con Manolas in campo e Di Lorenzo a centrocampo. Ottiene il massimo da tutti e colpisce la capacità di capire i momenti che ha adesso il Napoli: anche nel finale, quando c’è da stringere i denti e in trincea ci sono le seconde linee, non ce ne sta uno che si tira indietro. Affronta a viso aperto gli inglesi, non gli consente mai di alzare i ritmi. Li contiene e li gestisce lui.
P. Taormina (Il Mattino)