Il camerunese non è solo un classico medianaccio forte fisicamente, che si mette lì a fare la diga: Anguissa ha dimostrato e sta dimostrando di avere personalità da vendere e una tecnica di base quasi da numero 10. D’altra parte era quello il numero che portava dietro la maglia quando giocava le sue prime partitelle con gli amici a Yaoundé, la capitare del Camerun. Lo chiamavano Ronaldinho, perché quelli erano gli anni in cui spopolava l’asso brasiliano e le maglie numero 10 del Brasile e del Barcellona erano le più gettonate tra i ragazzi che si divertivano a giocare in strada. Tra questi c’era anche Anguissa, che con il tempo ha cambiato posizione in campo e numero di maglia. Da quando è sbarcato a Napoli si è fermato appena 20 minuti (15 contro il Bologna e 5 domenica contro il Torino): poi Spalletti lo ha tenuto sempre in campo facendolo rifiatare un po’ soltanto nelle gare di Europa League. Questo a dimostrazione dell’importanza di Anguissa nell’organizzazione di gioco del Napoli e dell’equilibrio che la squadra azzurra ha trovato in questa stagione con appena 4 gol subiti nelle prime 12 gare di campionato. Fonte: Il Mattino