Spalletti: “Il Napoli corre solo su se stesso. Superlega? Dico di no”
Spalletti in conferenza:
Il Napoli insegue il Milan che ha già giocato e vinto con il Torino: battendo il Bologna lo riaggancerebbe in vetta.
Ma Spalletti mette subito le cose in chiaro. «La vittoria del Milan è uno stimolo in più e non una pressione superiore. Se a questo punto della stagione stiamo facendo bene o male non deve essere detto dai risultati dei nostri avversari ma dalle nostre prestazioni. La corsa dobbiamo farla su noi stessi».
Come sta Insigne, quanto conta vincere questa partita per ritrovare la vetta?
«Lorenzo sta bene e non ha dato sintomi di nessun genere: sin da quando ci siamo ritrovati in questa settimana ha fatto vedere il suo marchio di fabbrica con le sue giocate, è tutto a posto. Bisogna cercare di vincere la partita perché vogliamo dare continuità e un senso al nostro campionato e per farlo occorrono buone prestazioni e vittorie. Non sarà facile: davanti troviamo una squadra con il ghigno perché il suo allenatore è fatto così, una formazione dove ci ha messo mano Walter Sabatini».
Torniamo sulla sua espulsione di Roma e allargando il discorso secondo lei andrebbe cambiato il rapporto tra allenatori e arbitri?
«A inizio stagione ho detto che lamentarsi è da sfigati e così è anche per le decisioni degli arbitri che possono sembrarci sfavorevoli perché bisogna trasformare ogni evento in qualcosa che possa somigliare a uno stimolo. Io non sono stato ironico e irrispettoso ma se il mio modo di parlargli ha fatto apparire alle sue orecchie un qualcosa di diverso dovrò modificare qualcosa e stare più attento».
Che ne pensa di una chiamata del Var a partita per un allenatore?
«Potrebbe sembrare una cosa interessante però le società dovrebbero riorganizzarsi e mettere un ex arbitro o ex guardalinee perché le chiamata non dovrebbe essere responsabilità di un allenatore ma di un professionista».
Il criterio del turn over sarà lo stesso di settembre oppure ora cambierà?
«Giocando di giovedì dopo la domenica puoi andare ad utilizzare gli stessi e poi giocando nuovamente la domenica puoi fare ragionamenti diversi. Il criterio resta quello di far giocare molti degli attaccanti che ho: è da lì che si vincono le partite, si tiene palla e si fa soffrire meno la difesa. Se un difensore si trova davanti per 60 minuti Politano e per altri 30 Lozano o viceversa per lui è una partita difficile perché dovrà difendere l’ultima mezz’ora su un uomo fresco. Non c’è ancora una mentalità così disponibile da parte dei calciatori ma si deve andare a prendere tutto di questa nuova regola delle 5 sostituzioni e con l’andare delle partite bisogna rendersi conto che le sostituzioni sono importanti per vincere».
Zielinski sta avendo delle difficoltà: che ne pensa?
«É vero: non è ancora riuscito a dare il meglio di se stesso e lo aspetto a braccia aperte. Ha qualità di corsa, l’intuizione di dove mettere la palla, il tiro da fuori, lo strappo che ti spezza in due le difese: non è ancora in grandissime condizioni però vedo che è in crescita e tutte queste partite lo aiuteranno sicuramente per mettere a regime il suo motore, ne abbiamo bisogno.
Poche ore tra Bologna e Salernitana, come doserà le energie?
«Sono gare ravvicinate in cui c’è un po’ di timore nel far giocare qualcuno, ma vale per tutti: poi qualcuna le ha diluite meglio e si potrebbe anche sindacare ma non vogliamo trovare scuse o mettere mani avanti ma premere sempre».
Il Napoli non parteciperà alla Coppa Maradona: organizzerete altro?
«Il presidente so che sta preparando delle cose: quest’impegno ci avrebbe soffocato ancora di più ed è giusto non partecipare ma sarà altrettanto corretto farlo a qualsiasi cosa più avanti per Diego Armando».
Pochi falli fischiati su Osimhen che prende tantissimi colpi: crede che andrebbe tutelato di più?
«Si fischia abbastanza nel nostro campionato. Poi tutti hanno il calciatore che vorrebbero tutelare ma la tendenza è marcare ad uomo con più forza e i falli vengono fuori. Osimhen s’è adattato già bene: i messaggi dopo la prima partita li ha recepiti tutti ed è esemplare».
Che idea s’è fatto della Superlega?
«Mi pare difficile farla sottraendo le grandi squadre dai campionati. La vedo complicata, anzi mi auguro che col passare del tempo si ritrovino gli stadi pieni come a Roma. Quindi, la Superlega no».
Mertens più prima punta o più sottopunta?
«Può fare tutte e due le cose e giocare da esterno, anche se lo vedo più centrale, fa parte dei 7-8 giocatori che ho nel reparto offensivo: l’importante è che abbia superato bene l’infortunio e ha voglia di giocare, quando lo chiamo in allenamento si gira sempre subito».
R. Ventre (Il Mattino)