Spalletti: “Questo pareggio è uno step ulteriore di crescita”

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A Roma si vede un Napoli che risponde da grande, con autorevolezza da prima della classe ed è Spalletti l’allenatore di questa squadra. De Laurentiis a fine gara piomba nello spogliatoio per fare i complimenti, come è giusto fare dopo un pari che ferma a 8 le vittorie consecutive, che blocca a 34 le gare con almeno un gol fatto ma fa conservare il sapore dolce del primo posto. E la corsa è lunga.
Cosa le dà più gioia di questo 0-0? «Per diventare una squadra forte si passa per atteggiamenti come quelli che abbiamo avuto con la Roma. Era una partita difficile, l’abbiamo letta bene ma l’abbiamo sempre tenuta in equilibrio anche quando potevamo fare di più. Appena ci siamo sbilanciati, la Roma è ripartita. Il fatto di saper mantenere la testa lucida, di non lasciarsi prendere dall’entusiasmo è la cosa che più mi è piaciuta. Abbiamo saputo ragionare ed è un passo avanti».
Deluso da qualcosa? «Solo alla fine abbiamo scatenato qualcosa di importante in attacco. Ma era una gara che arrivava in un momento difficile, perché siamo venuti qui dopo che loro hanno perso con la Juventus, con il pubblico ritrovato».
E l’espulsione che la rende così triste? «Mi devasta il rosso. Spero che rimedi, non c’era ironia in quello che ho detto. Mi distrugge questa cosa, non ho detto nulla per tutta la partita eppure ho tenuto la panchina ferma, ho tenuto tutti sempre molto composti».
C’è un problema di comunicazione con gli arbitri, come accusa Gasperini? «Per me non è così. Massa ha arbitrato benissimo in questa partita. Poi chiaro, un episodio va bene a uno e va male agli altri. Loro hanno persino protestato più di noi, io ho saltato addosso ai miei, solo Insigne e Koulibaly sono andati a parlare. Ma non mi sembra che abbiamo creato difficoltà. Spero che scriva le cose giuste, gli ho battuto le mani ma non era per prenderlo in giro. Sono stato sempre zitto, non ho mai detto niente, gli ho detto comunque bravo ma lo dicevo sul serio. Mi spiace».
C’è poco da fare: le hanno dedicato un bel coro quelli della Curva Sud? «Ho alzato anche la mano quando ho sentito. Ho detto ecco, sono io. Cosa posso farci? Ma me li aspettavo, perché poi ognuno è libero di farsi le idee che gli pare. So quello che ho fatto e un giorno farò chiarezza una volta per tutte. Poi possono dire tutto quello che vogliono ma le emozioni che ho provato qui me le tengo tutte per me».
Questo pareggio che peso gli dà? «È uno step ulteriore di crescita, di comportamenti durante la partita. La Roma è forte ed era difficile affrontarla di questi tempi. Avevano le stesse nostre intenzioni. Sia io che Mourinho abbiamo fatto i cambi per vincere. Ed è venuto fuori un risultato che va accettato in maniera positiva da entrambe. Perché il confine tra la puoi vincere e puoi tornare a casa con una sconfitta è davvero sottile. E poi diventa difficile la gestione della settimana dopo una gara come questa se non porti a casa un risultato positivo».
Non era facile giocare così dopo la gara di Europa League? «È vero, non era scontato. Perché molti di quelli che hanno giocato giovedì hanno giocato anche ieri sera. Il recupero è stato poco ma questo è un altro segnale della forza di questa squadra: i calciatori sono stati rapidamente capaci di rigenerarsi come abbiamo fatto tutti. Ripeto: questo pareggio è un grande risultato».
Una bella spinta alla Roma l’hanno data anche i tifosi? «Sì. È vero. L’apporto del pubblico di Roma è stato grande. Bisognerebbe sempre giocare così in un stadio pieno. Però poi c’è da fare i conti con i prezzi, ci vorrebbe anche più attenzione perché non è facile per le famiglie, soprattutto di questi tempi, andare a comprare i biglietti. Però è bello vedere tutte queste persone ed è quello che voglio vedere anche nel mio stadio».
Alla fine cosa resta di questa domenica? «La grande partita giocata. Anche dalla Roma. Abbiamo provato a vincere senza mai scoprire il fianco, senza farci saltare addosso, sapendo che al primo errore sarebbero andati fino in fondo. Sono contento».
P. Taormina, Il Mattino

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