Tutti in ginocchio “A fianco di Koulibaly”. Anche l’arbitro con le due squadre
Ieri il gesto simbolo della campagna Black Lives Matter ha colpito ancor di più
Si sono inginocchiati. E stavolta c’è sostanza, non soltanto apparenza nel gesto. Perché la serie A travolta dalla rabbia e dalla denuncia di Koulibaly, dagli insulti razzisti al difensore senegalese, dagli stadi che tornano a ribollire di discriminazione, risponde con la sua Nazionale campione d’Europa. Quasi un grido, la voglia di dire basta: tutti gli azzurri hanno poggiato il ginocchio a terra prima del fischio di inizio di Italia-Belgio. Come a Monaco di Baviera, a luglio. Dateci i gol per sognare un mondo migliore, verrebbe da dire. Chissà forse è proprio questo il gesto che farà Koulibaly prima di Napoli-Torino: inginocchiarsi. Certo, Kalidou è ormai simbolo vero dell’anti-razzismo, forse per questo rischia di divenire anche un obiettivo delle frange ultrà negli stadi, uno da prendere di mira. È il Thuram dei nostri anni e non si tira indietro. Ed è contento del gesto della Nazionale, così come non si è pentito di non aver fatto finta di nulla e di aver reagito a quegli insulti della Curva. Non si sa se incontrerà il tifoso razzista, identificato e daspato per 5 anni: ha confidato a qualche amico che avrebbe una voglia matta di parlargli, per capire del perché di quegli insulti. Domani tornerà in campo con il suo Senegal, in Namibia. In caso di vittoria, la sua nazionale sarà certa del primo posto nel girone e di giocare il playoff per il Qatar 2022. P. Taormina (Il Mattino)