I fondamentali di Spalletti? Sono sempre gli stessi!

0

Eccoli: maniacalità nel lavoro, stress positivo, molto spesso anche negativo (ma sempre meno con gli anni) e camere compensative. I rifugi in cui pompare sangue e ossigeno. Le bisbocce allegre in osteria con le galline del Cioni, i suoi fedelissimi amici nella fortuna e nella disgrazia, che se ne fottono di quanti trofei l’amico si porti addosso, le serate in famiglia, i dialoghi ravvicinati con i suoi amati animali, Astra, il cavallo preferito e i quattro ciuchi. Lucho non sarebbe il martello di Napoli, albergo e campo di allenamento, un monaco applicato, senza gli intervalli e le ruvide mollezze della sua terra, tra vanga, affetti e trattori.
In due mesi o poco più, Spalletti ha collezionato miracoli. Ha preso un gruppo bastonato, sfiduciato e monco per un finale di campionato che ancora in tanti non si spiegano e l’ha trasformato in un’armata. Una squadra che, anche nelle sue stagioni migliori, soffriva di alti e bassi, di apici smaglianti e cadute verticali ne ha fatto un team di panzer concentrati e uniti sull’obiettivo. Ha disinnescato diverse mine vaganti, la più vagante e minacciosa di tutte, il rinnovo del contratto di Insigne. Problema che resta, ma il giocatore, capitano, intanto è dedito alla causa. Ci sta con i piedi e con la testa nella maglia che porta, per quanto ora provvisoria. G. Dotto (CdS)

Factory della Comunicazione

Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.