Lega Serie A: «Razzisti espulsi da tutti gli stadi»

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Chi insulta un calciatore sarà espulso non solo dal suo stadio ma da tutti gli stadi d’Italia. Il presidente della Lega Serie A, Paolo Dal Pino, e l’amministratore delegato, Luigi De Siervo, hanno deciso di attuare la linea dura dopo il terzo caso di razzismo avvenuto nelle prime giornate di campionato, quello di Koulibaly, a cui domenica scorsa a Firenze hanno urlato scimmia di m… dopo la vittoria del Napoli contro i viola. Vi erano stati altri due episodi in settembre: a Bergamo, dopo Atalanta-Fiorentina, avevano urlato zingaro di m… all’attaccante serbo Vlahovic, scoppiato in lacrime; una settimana dopo a Torino, un tifoso della Juve – un sindacalista veneto identificato grazie alle telecamere della videosorveglianza ed espulso dal club bianconero – aveva insultato Maignan, il portiere del Milan, che aveva poi denunciato l’episodio sui social, così come ha fatto il campione del Napoli. La Lega Serie A ha avviato all’inizio della scorsa stagione la campagna Keep Racism Out (Tieni fuori il razzismo) con l’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali del governo. Vi sono confronti frequenti con l’organismo, ieri l’ultimo, che era già programmato e che ha assunto maggiore importanza dopo la vicenda Koulibaly. «Siamo vicini a chi è oggetto di questi insulti che offendono e feriscono tutto il mondo del calcio», si fa notare negli uffici della Lega Serie A alla vigilia dell’assemblea di oggi, in cui sarà anticipata la proposta di allargare l’espulsione dei tifosi razzisti non solo da uno stadio – quello della squadra del cuore – ma da tutti, così come ha deciso di fare la Premier League a partire da questa stagione. Nel Regno Unito si tratta di un divieto permanente, che può colpire anche chi insulta sui social (provvedimento adottato nel giugno 2020). E in Germania l’Union Berlino ha deciso di mettere al bando «per un periodo illimitato» un tifoso che aveva rivolto insulti antisemiti contro i sostenitori del Maccabi Haifa una settimana fa in Conference League, proponendo alla federcalcio tedesca di estendere il divieto per questo razzista in tutti gli stadi del Paese: esattamente come intende fare la Lega Serie A.L’attuale autoesclusione in Italia è decisa dal club dopo l’individuazione del tifoso razzista. È un provvedimento preso in autonomia, come previsto nel codice di condotta, con una sospensione per comportamenti scorretti che può andare da una giornata a tre stagioni. SolidarietàDunque, non il Daspo emesso dal questore. L’interdizione che la Lega Serie A propone ai 20 club per combattere il razzismo, riemerso dopo la riapertura degli stadi, è simile a quella misura, firmata però da un dirigente calcistico e non da un funzionario di pubblica sicurezza.La Lega Serie A intensificherà la campagna Keep Racism Out concordata con Triantafillos Loukarelis, direttore generale dell’Unar, poi toccherà al giudice sportivo adottare i provvedimenti in base ai referti dell’arbitro e alle relazioni della Procura federale: Gerardo Mastrandrea, che decide sulle gare del massimo campionato, attende gli atti dell’ufficio diretto da Giuseppe Chiné per decidere le sanzioni a carico della Fiorentina. Il Codice di giustizia sportiva è stato modificato all’inizio del 2019 dopo un caso che aveva riguardato proprio Koulibaly, insultato al Meazza durante Inter-Napoli il 26 dicembre 2018: ridotti da tre a due i passaggi per la sospensione della partita in caso di cori di discriminazione razziale. Ma in questo campionato i casi di Vlahovic a Bergamo e Koulibaly a Firenze si sono verificati a fine gara. F. De Luca (Il Mattino)

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