Di davvero immutabile, di partita in partita, c’è lo spirito, ovvero il ghigno supponente di questi demoniacci dalla faccia azzurra che tanto cominciano a somigliare al loro allenatore e intanto sono primi in classifica, da soli: quattro vittorie nelle prime iniziali quattro di campionato, proprio come nella stagione dei 91 punti sarriani (2017/18) e come nel 2013, con Benitez (anche Gattuso, lo scorso anno, vinse le prime quattro, senza considerare la gara rinviata con la Juve alla terza giornata che poi venne persa). È un Napoli plasmato da Spalletti curandone i difetti e le insicurezze, cose che partivano da lontano e che Gattuso aveva guarito solo in parte. E adesso il Napoli guarda tutti dall’alto. E si respira davvero una bella aria lassù. Gotti prova a mettere ansia al Napoli con Delofeu, Pereyra e Pussetto a schermare le fonti del gioco azzurre. All’inizio la cosa riesce, perché l’Udinese approfitta di un giro palla piuttosto lento. Quando il ritmo sale, il Napoli mostra di avere qualche esitazione a trovare spazio in un’intasata area di rigore friulana occupata da quattro dei cinque uomini della linea bianconera in fase di non possesso. Ma l’imbarazzo dura poco, pochissimo. Il rischio è sempre nei tempi di gioco: la miglior occasione dell’Udinese nasce da un pallone recuperato da Pussetto dai piedi di Ospina che si attarda rischiando il frittatone. Ma è tutto qui. Spalletti chiede ai suoi difensori di provare ad allargare più sugli esterni per iniziare la manovra. Una mossa che porta subito dei risultati: perché Molina palesa subito difficoltà a inseguire Insigne che al 12′ trova la prima conclusione, col suo classico tiro a giro. Ma è la chiave che rompe l’equilibrio della partita: il capitano del Napoli scappa alle spalle di Molina con una grande ripartenza, su lancio millimetrico di Mario Rui: il suo arcobaleno sull’uscita di Silvestri è strepitoso e Osimhen ribadisce a porta vuota (ma con Samir che poteva respingere, in ogni caso). È per il nigeriano il primo gol in campionato, dopo la doppietta di Leicester. Osimhen si muove tanto, talvolta più basso di altre volte, chiama fuori Nuytinck e apre spazio ad Anguissa e Fabian, come in occasione del palo dello spagnolo. C’è tutto il lavoro di Spalletti sul secondo gol: uno schema dettagliato, lo studio delle palle inattive che trova lo smarcamento dei due centrali per il gol di Rrahmani (su assist di Koulibaly). Fonte: Il Mattino.