Osimhen, la vita glia strappa la pelle di dosso, ma lui si prende la scena

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Certo, la vita è bella, ma ad Osimhen ha strappato la pelle di dosso. Inseguendo la mamma, scomparsa sedici anni fa, ripensando al papà, volato via nel 2020, difendendosi dalle strade tumultuose di Lagos intento a vendere acqua minerale. Non gli è stato particolarmente amico neanche quando, a Natale scorso, tornato a casa, s’è beccato il Covid per aver partecipato a una festa (senza mascherina), nella quale dispensava danaro. Nell’estate del 2020, Aurelio De Laurentiis ha lasciato che venissero girati 50 milioni, pagabili in comode quattro rate annuali (ma pur sempre da versare), e ha assecondato il pressing di Giuntoli: poi è andata come è ormai noto, la sorte ci ha messo del suo, ovvio, e Osimhen ne è stata una vittima ciclicamente: una spalla che gli salta in Nazionale, il virus che lo «sequestra», il trauma cranico nella notte di Bergamo. Ma Victor ne ha viste di peggiori, accidenti, in questi suoi ventidue anni e quando Leicester-Napoli gli si è parata davanti, il talento è venuto fuori e lui ha rubato la scena del «King Power». Un pallonetto che riapre la partita e poi quel salto, un balzo, fino a lassù, dove  solo un Cristiano Ronaldo sarebbe potuto arrivare.

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CdS

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